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Lepore risponde a Bernardini sul cosiddetto “Expò dell’Islam”

Non risultano richieste di spazi o autorizzazioni, atti formali o progetti relativi al cosiddetto “Expo’ dell’Islam”. Questa la risposta del l’assessore agli Affari Istituzionali e alla Comunicazione Matteo Lepore alla domanda del consigliere Manes Bernardini (Lega Nord) nel corso del Question time di questa mattina.

La domanda del consigliere Manes Bernardini (Lega Nord): “Premesso che: abbiamo avuto notizia di un expo’ che la comunità musulmana di Bologna vorrebbe organizzare nel periodo natalizio; l’evento appare, secondo la prospettiva degli organizzatori, come un momento di massima elevazione culturale e religiosa con conferenze e convegni; l’expo sarà aperto a tutti e rappresenterà una occasione di conoscenza; chiede all’amministrazione se sia a conoscenza della evoluzione della organizzazione di questo evento al fine di dare notizia ai Consiglieri ealla cittadinanza in merito ai tempi e modi di realizzazione; se abbia avuto notizia dei contenuti di tale expò e, soprattutto, se abbia verificato chi siano gli organizzatori e se siano veramente così moderati come vogliono apparire; se gli organizzatori abbiano preso le distanze dalla matrice terroristica dell’Islam o se abbiano intenzione di farlo; se gli organizzatori abbiano una posizione conforme ai dettami dello Stato di diritto italiano e alle norme e ai valori che in esso sono rappresentati soprattutto visto che siamo nell’anno che celebra il 150 della Unità della nostra nazione; se vi sia, realmente, negli organizzatori una cultura tesa a riconoscere la cultura italiana e occidentale nella quale vogliono inserirsi e, in particolare, se vi sia un impegno a sostenere l’importanza del ruolo della donna nella società attuale; se stigmatizzino l’infibulazione come pratica che viola le disposizioni a tutela del corpo umano, contenute nel codice civile e nella Costituzione italiana all’articolo 32; se rispettino le disposizioni contenute nel Codice penale che vieta la poligamia; se abbiano intenzione di farsi portavoce del contenuto dell’articolo 3 della nostra Costituzione, che fa del popolo italiano un popolo libero e rispettoso della altrui religiosità osservando le condizioni di reciprocità riguardo alla fede religiosa; se abbiano intenzione di confrontarsi con i valori della cultura cristiana e con tutti gli altri valori che non siano islamici o se l’expo’ non sia, invece, solo un mezzo propagandistico a senso unico.”

La risposta dell’assessore agli Affari Istituzionali e alla Comunicazione Matteo Lepore: “Non ci risultano richieste di spazi, richieste di autorizzazioni, atti formali o progetti relativi al cosiddetto “Expo’ dell’Islam”. Ho personalmente contattato i rappresentanti dei Giovani musulmani d’Italia e con loro ho avuto un colloquio informale. Al momento siamo solo di fronte ad un’ipotesi organizzativa che non è detto che si svolga quest’anno. Tra l’altro non c’è nemmeno un’ipotesi sicura di luogo di svolgimento. Nei prossimi giorni i Giovani musulmani d’Italia ci contatteranno per, eventualmente, darci maggiori informazioni e decidere se procedere o meno all’organizzazione dell’evento.

Per quanto riguarda i soggetti organizzatori, i Giovani musulmani d’Italia, siamo di fronte ad un’associazione nazionale che annualmente organizza una manifestazione che ha visto il riconoscimento della più alte cariche dello Stato, sia quella del Presidente della Repubblica che la presenza di diversi Ministri. L’associazione partecipa costantemente a consulte, osservatori e iniziative proposte dal Ministero dell’Interno; l’organizzazione ha perciò un riconoscimento istituzionale molto alto e questo penso che ci possa permettere di avere un confronto di merito e non di pregiudizio.

L’organizzazione dei Giovani musulmani d’Italia si professa come una delle organizzazioni più interessate e impegnate nella difesa e promozione della Costituzione italiana, del resto una delle questioni che spesso avanzano riguarda il riconoscimento dei “nuovi italiani”: giovani di seconda e terza generazione che vogliono che si cominci a parlare di loro non come “islamici uguale a stranieri” ma come italiani nati da famiglie magari immigrate o da italiani che professano la religione islamica e chiedono di avere un riconoscimento di cittadinanza e non di pregiudizio”.

Il consigliere Manes Bernardini si dichiara parzialmente soddisfatto.

















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