La manovra economica del Governo va riequilibrata cancellando i nuovi tagli agli enti locali e intervenendo sul recupero dell’evasione fiscale, la revisione del patto di stabilità e il rilancio dell’economia e del lavoro.
E’ questo il parere dei 37 sindaci modenesi che hanno sottoscritto un documento sulla manovra economica del Governo consegnato oggi da una delegazione di primi cittadini al prefetto Benedetto Basile con la richiesta di trasmettere agli organi di governo la “preoccupazione” e lo “sdegno di fronte a un’evidente mancanza di interesse e di rispetto” nei confronti degli enti locali.
Accompagnati dai gonfaloni dei loro Comuni, questa mattina circa trenta tra sindaci e assessori delegati si sono infatti dati appuntamento in piazza Mazzini a Modena per recarsi in corteo alla sede della prefettura. L’iniziativa è stata promossa dal sindaco di Modena Giorgio Pighi in accordo con l’Associazione nazionale Comuni italiani per aderire allo sciopero simbolico indetto dal Comitato direttivo dell’Anci in segno di protesta contro il provvedimento economico.
I sindaci, che nei prossimi giorni si recheranno anche nei mercati delle loro città per distribuire materiali di approfondimento e incontrare i cittadini, chiedono “una netta, profonda revisione della manovra economica del Governo approvata da Camera e Senato con voto di fiducia”, lamentano l’assenza di concertazione istituzionale e sostengono che i contenuti del provvedimento “mortificano la dignità dei Comuni italiani eliminando sostanzialmente ogni forma di autonomia; gli effetti della manovra sulla crescita saranno fortemente negativi e le regole del Patto di stabilità impoveriranno ancora di più le imprese e le famiglie italiane”.
Sulla necessità di risanare il debito pubblico e di rilanciare l’economia, afferma il documento, i sindaci “non si tirano indietro” e in questi anni “hanno dato ampia prova di volontà e capacità riducendo la spesa non indispensabile, ottimizzando gli investimenti, innovando e razionalizzando la propria organizzazione”.
Di fronte ai tagli previsti dalle manovre di luglio e agosto, che si aggiungono a quelli già imposti con le finanziarie precedenti, “agli amministratori non rimangono più margini di manovra e per forza si dovranno ridurre i servizi e, di fatto, azzerare gli investimenti; insomma il contrario di quanto si dovrebbe fare in una situazione di generale difficoltà per l’economia locale e nazionale”.
Per questi motivi, i sindaci aderiscono alla decisione del consiglio direttivo dell’Anci di promuovere ricorso alla Corte costituzionale contro gli articoli 4 e 16 e invitano i gruppi parlamentari di maggioranza e opposizione ad approvare un ordine del giorno per istituire una commissione, mista e paritetica, con la quale avviare un reale processo di riordino istituzionale a partire, come già promesso dal Governo, dalle regole del Patto di stabilità. I 37 primi cittadini modenesi chiedono inoltre l’immediata convocazione di un incontro per discutere il decreto legge costituzionale sul pareggio di bilancio ed in materia di Province ed esortano l’Anci nazionale a formulare quattro proposte per il rilancio del Paese da condividere con le Province e le Regioni, le parti sociali ed il Terzo settore, in materia di riorganizzazione istituzionale, welfare, revisione e priorità della spesa, crescita e nuove regole del Patto di stabilità interno.
“I Comuni – afferma inoltre il documento consegnato al prefetto – non possono più reggere altre riduzioni ai bilanci, mentre ancora ampi paiono i margini di un possibile recupero dell’evasione fiscale, di un incremento del contributo dei grandi patrimoni, della riduzione delle spese superflue dell’amministrazione centrale, del taglio ai costi veri della politica. La volontà del governo di scegliere ancora una volta la strada più breve e sicura dei tagli ai Comuni è inaccettabile: non ci si rende conto dei guasti che questa scelta provocherà nel paese, nell’economia e nel tessuto sociale delle nostre comunità”.