Il premio Nobel per la Pace 2003, l’iraniaia Shirin Ebadi, sarà ospite domani sera della Festa del Pd di Modena. Alle 21 sarà intervistata sul palco del Palaconad da Umberto Martini della Rai. Con lei saranno anche il sen. Ignazio Marino ed Ettore Martinelli, responsabile Diritti della segreteria nazionale del Pd.
Shirin Ebadi è la prima donna musulmana ad aver ricevuto, nel 2003, il prestigioso riconoscimento dell’Accademia di Svezia. Laureata in giurisprudenza all’università di Teheran, Shirin Ebadi ha ricoperto, dal ’75 al ’79, la carica di presidente di una sezione del Tribunale della capitale iraniaia. Dopo la Rivoluzione Islamica del 1979 è stata costretta, come tutte le donne giudice, ad abbandonare la magistratura e solo dopo ampie proteste, le è stata riconosciuta la possibilità di collaborazione al tribunale con il ruolo di “esperta di legge”. Solo nel 1992 ha ottenuto l’autorizzazione a operare come avvocato.
Nel 1994 è stata tra i fondatori della “Society for Protecting the Child’s Rights” un’associazione non-governativa della quale è tuttora dirigente. Nel 1997 ha avuto un ruolo di rilievo nella campagna di sostegno del presidente riformista Mohammad Khatami.
Nel 2000 è stata accusata di disturbo alla quiete pubblica per aver diffuso un video contenente la confessione di un fondamentalista islamico ingaggiato dall’ala conservatrice del governo per spaventare i riformisti con spedizioni violente. Il processo si concluse con una condanna all’interdizione e la sospensione dall’attività di avvocato per cinque anni.
Nel novembre 2009 la polizia di Teheran ha fatto irruzione nel suo appartamento picchiando il marito e sequestrando il premio Nobel per la pace conferitole nel 2003. All’epoca dei fatti la Ebadi si trovava a Londra da giugno in una sorta di esilio autoimposto per sfuggire ad un mandato d’arresto per presunta evasione fiscale, che sarebbe potuto piomabre su di lei al suo ritorno in patria.
Tra le opere di Shirin Ebadi pubblicate in italiano Il mio Iran. Una vita di rivoluzione e speranza (Sperling & Kupfer) e La gabbia d’oro. Tre fratelli nell’incubo della rivoluzione iraniana (Rizzoli).