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Bologna: la Fondazione Carisbo premiata con l’Asce Award 2011 dall’Associazione dei Cimiteri Storico-Monumentali in Europa

In occasione del meeting annuale dell’ASCE – Associazione dei Cimiteri Storico-Monumentali in Europa, che si terrà a Vienna tra il 22 e il 24 settembre prossimi, il Prof. Fabio Alberto Roversi Monaco riceverà l’ASCE Award 2011, rappresentando, in qualità di Presidente, la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna.

La consegna dell’importante riconoscimento, deliberata dal Comitato Direttivo dell’Associazione, ha come motivazione l’alto valore culturale e il notevole interesse del progetto “Genus Bononiae – Musei nella Città”, con particolare riferimento alle attività di restauro e valorizzazione del Cimitero Monumentale della Certosa di Bologna, sostenute dalla stessa Fondazione.

L’ambizioso progetto denominato “Genus Bononiae – Musei nella Città”, che la Fondazione ha avviato da anni nell’ambito della propria istituzionale operatività nel settore arte, attività e beni culturali, ha per obiettivo quello di promuovere la conservazione e la valorizzazione del patrimonio storico e artistico di Bologna.

Fra le emergenze artistiche da tutelare e promuovere all’interno del progetto, è stato incluso il Cimitero Monumentale della Certosa che, grazie ad una ben consolidata collaborazione fra Comune di Bologna – proprietario del cimitero – e la stessa Fondazione CaRisBo, sancita nel 2009 dalla firma di un protocollo d’intesa, è divenuto oggetto di importanti restauri e spazio per concerti, visite guidate, ricerche ed esposizioni, per l’attuazione dei quali la Fondazione ha concesso al Comune di Bologna un contributo annuo di 100.000 euro per tre anni consecutivi.

Così facendo, la Fondazione ha significativamente contribuito al riconoscimento del cimitero di Bologna, oltre che dei cimiteri nel loro complesso, come bene culturale di primaria importanza e ha offerto a tutta Europa un esempio di mecenatismo da imitare: senza il contributo della Fondazione, gran parte dell’attività di recupero e valorizzazione del cimitero di Bologna non sarebbe infatti stata possibile.

Per quanto riguarda gli aspetti del recupero, sono sette i monumenti già restaurati grazie ai finanziamenti della Fondazione, tutti di grandi dimensioni e databili tra 1811 e 1908: il Monumento di Giovanni Fabbri, il Monumento di Barbara Fieschi Doria, il Monumento di Francesco Tartagni Marvelli, il Monumento di Giovanni Atti, il Monumento di Giovanni Cattaneo De Volta, il Monumento di Pellegrino Matteucci e la Cella Rizzi.

A questi, nei prossimi mesi si aggiungeranno altri sette grandi monumenti sottoposti a decadenza della concessione originaria e il colossale Monumento ai Martiri dell’Indipendenza di Carlo Monari (1868), unica memoria corale dedicata a Bologna all’Unità d’Italia; quest’ultimo sarà oggetto di recupero durante l’autunno.

Sempre nel corso del 2011, partiranno i grandi cantieri per il recupero di monumenti di proprietà del Comune di Bologna, tra cui i celebri “Piangoloni” di Giovanni Putti (1809) posti all’ingresso del cimitero, insieme ai due leoni collocati nell’esedra opposta. Il restauro sarà effettuato con un cantiere-scuola dell’Accademia di Belle Arti di Bologna.

Già avviato è invece il cantiere di recupero di un grande affresco di Bartolomeo Cesi (1556-1629), raffigurante la “Madonna col Bambino tra San Bruno e San Girolamo” che faceva parte della decorazione dell’originario monastero fondato nel 1334 e poi trasformato in cimitero nel 1801.

Di assoluta rilevanza inoltre il restauro, sempre in corso, della “Salita al Calvario” di Lucio Massari (1569-1633), un grande dipinto, eseguito verso il 1620, che rientrava anch’esso nel vasto programma di decorazione artistica del monastero. Dopo le soppressioni napoleoniche la tela fu lasciata in una parte del cimitero del tutto inadatta per la sua conservazione e tale da non consentirne oggi un ritorno. Al tal fine è stata individuata una nuova prestigiosa collocazione, la Sala di Giunta del Palazzo Comunale di Bologna.

Appena concluso invece il cantiere di restauro del corridoio tra Chiostro del 1500 e Chiostro della Chiesa, dove si trovano più di 60 lapidi databili tra il XIV e il XVIII secolo, provenienti dalle chiese cittadine soppresse in età napoleonica.

Tra le attività di valorizzazione rese possibili in questi anni dal contributo CaRisBo, si segnalano – solo a titolo esemplificativo – le mostre “La Certosa di Bologna. Un libro aperto sulla Storia” (2009) e “Luce sulle tenebre. Tesori preziosi e nascosti dalla Certosa di Bologna” (2010); i programmi annuali di visite guidate, concerti ed eventi musicali e teatrali; le ricostruzioni virtuali 3D (monumento ossario dei caduti partigiani, monumento ossario dei caduti della Grande Guerra, Chiostro III e a breve anche Chiesa di San Girolamo); la messa on-line di database interattivi; le collane tematiche, tra le quali di prossima pubblicazione il volume sugli industriali sepolti in Certosa e la monografia sullo scultore Silverio Montaguti (1870-1947).

La sovrintendenza del “progetto Certosa” di Comune di Bologna e Fondazione CaRisBo, coordinato da Angela Nardi, Mauro Felicori e Roberto Martorelli, è affidato a un comitato scientifico composto da Gianni Braghieri, Matilde Callari Galli, Mario Lupano, Anna Maria Matteucci, Mauro Mazzali e Franco Sborgi.

Info: www.certosadibologna.it
















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