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Reggio Emilia: la tratta da lavoro supera la prostituzione

Prostituzione? Sì, ma non solo. Ad alimentare a Reggio Emilia le fila degli immigrati che vivono oggi in situazioni di schiavitù è soprattutto – almeno da un paio d’anni – la tratta da lavoro. Su 121 persone prese in carico durante i primi otto mesi dell’anno dal progetto Oltre la strada, che accompagna le vittime verso percorsi di uscita da questa situazione, 47 hanno subito sfruttamento sessuale, ma ben 57 lavorativo. È questa la fotografia di un fenomeno in crescita, secondo i dati emersi oggi durante la presentazione del volume “Human Traffiking. Conoscere le nuove schiavitù”, realizzato dall’organizzazione non governativa GVC, dal maggio scorso presente anche a Reggio.

“Il volume nasce nell’ambito di un progetto europeo – spiega il presidente di GVC Patrizia Santillo – cui GVC partecipa nella convinzione che, accanto ai programmi che stiamo portando avanti in 20 Paesi del sud del mondo, ci sia tanto da fare anche qui, sia per sensibilizzare le persone sia per sostenere percorsi di fuoriuscita da situazioni intollerabili, come quelle che contraddistinguono il traffico di esseri umani”. Il volume, che aiuta a comprendere il fenomeno e offre suggerimenti utili su quel che ognuno può fare per contrastarlo, è stato stampato da Giunti e sarà distribuito gratuitamente a chiunque interessato.

Si tratta, come illustrato nel corso dell’incontro a Festa Reggio cui hanno partecipato anche esponenti delle istituzioni locali e del volontariato, di un fenomeno tutt’altro che in via di esaurimento. I dati raccontano che già nel 2010 su 155 persone che, avendo scelto di denunciare i propri sfruttatori e di aiutare le Forze dell’ordine, hanno avuto accesso ai percorsi di sostegno previsti dalla legge e offerti dal progetto Oltre la strada, 60 avevano subito sfruttamento sessuale ma ben 84 lavorativo. Un sorpasso dovuto anche all’episodio dell’Italedil, ma non solo. Tant’è che il trend è confermato anche durante i primi otto mesi di quest’anno.

Nel 2011, hanno raccontato durante l’incontro gli operatori del Comune che si occupano del progetto Oltre la strada, tra gennaio e agosto le persone in carico nei percorsi di protezione sociale sono state 121, di cui 47 per sfruttamento sessuale e 57 lavorativo, soprattutto nel settore dell’edilizia. Complessivamente la nazionalità prevalente è quella egiziana (65 persone), seguita dalla nigeriana (34). Il progetto ha offerto a 33 di loro corsi di alfabetizzazione e a 16 tirocini di formazione e lavoro, aiuti concreti per ripartire liberi dalle nuove schiavitù. Complessivamente 36 persone hanno concluso con successo il progetto, mentre 2 hanno scelto di ritornare nel proprio Paese d’origine.

















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