«È necessario che il governo risolva rapidamente l’incertezza creata dall’imminente scadenza dei permessi di soggiorno concessi per motivi umanitari agli immigrati, in particolare dalla Tunisia, e che, in caso di proroga, garantisca la copertura finanziaria perché gli enti locali possano portare avanti i programmi di accoglienza». Lo ha affermato Mario Galli, vice presidente della Provincia di Modena, al termine dell’incontro della cabina di regia provinciale, che si è svolto giovedì 8 settembre, per fare il punto della situazione con gli assessori regionali alla Protezione civile, Paola Gazzolo, e alle Politiche sociali e di integrazione dell’immigrazione Teresa Marzocchi.
«Tutti noi, Provincia e Comuni – ha aggiunto Galli – abbiamo bisogno di sapere quale sarà, all’inizio del mese di ottobre quando scadranno i primi sei mesi dell’emergenza, lo status degli immigrati accolti per motivi umanitari, anche per definire l’utilizzo futuro delle strutture messe a disposizione finora e soprattutto per essere sicuri che la gestione dell’emergenza non venga scaricata sulle spalle degli enti locali».
Alla data dell’1 settembre, erano 243 i profughi accolti nel modenese nell’ambito dell’operazione di emergenza umanitaria coordinata dal Dipartimento nazionale di Protezione civile e che vede coinvolti tutti i distretti del territorio provinciale. La previsione, come annunciato dall’assessore regionale Gazzolo, è che si arrivi a 310 presenze nel modenese entro la fine di settembre, quando si toccherà la soglia dei 25 mila profughi accolti su scala nazionale (la metà del totale previsto), 1.923 dei quali ospitati in Emilia Romagna.
Oltre allo status degli immigrati accolti per motivi umanitari, altre due situazioni saranno portate all’attenzione del governo: da un lato, la condizione dei richiedenti asilo nell’attesa della compilazione della dichiarazione di riconoscimento dello status di rifugiato da parte della Questura, che, a causa della scarsità di personale richiede a Modena dai sei agli otto mesi. Dall’altro la questione dei “vaganti”, in gran parte tunisini usciti volontariamente dal programma di accoglienza legato all’emergenza (a Modena sono una ventina, 36 nei Comuni delle Terre dei castelli e se ne contano alcune altre decine sul territorio) che, in alcuni casi, creano problemi di ordine pubblico.