La presidente di Legacoop Reggio Emilia Simona Caselli, al rientro da Roma dove si è tenuta una riunione straordinaria della Direzione nazionale di Legacoop, esprime tutta la sua preoccupazione per la grave situazione che sta attraversando il nostro Paese. Nel suo intervento, che ha aperto il dibattito nella Direzione, Simona Caselli ha affermato che è incredibile come sia stata gestita e conclusa la manovra, a dimostrazione dell’incapacità del Governo di affrontare la crisi economica e finanziaria che abbiamo di fronte. “Manca in particolare – spiega il presidente di Legacoop – la volontà di reagire con decisione”.
Legacoop verifica ogni giorno le gravi difficoltà che anche le cooperative incontrano nella loro attività quotidiana, come riflesso diretto di processi innescati dalla crisi: calo dei consumi, problematicità del rapporto con le pubbliche amministrazioni sul piano del mantenimento delle attività in appalto, crisi drammatica di alcuni settori (in particolare costruzioni ed immobiliare). Preoccupano la capacità di tenuta complessiva del Paese e le sue conseguenze su un sistema, quello cooperativo, che, per difendere l’occupazione a fronte della crisi, ha operato significative riduzioni dei margini: una situazione sopportabile nel breve termine, ma che nel medio-lungo, traducendosi nella concreta impossibilità di nuovi investimenti, determinerebbe situazioni di criticità e di perdita di prospettiva per gran parte delle imprese cooperative. “La manovra – aggiunge la presidente di Legacoop Reggio Emilia – avrà effetti pesanti sulle cooperative, e ci costringerà ad aumentare la velocità per riorganizzare il sistema delle imprese cooperative. Inoltre, quello che colpisce, è l’attacco proprio al modello cooperativo, che va ben oltre i problemi innescati dall’aumento del prelievo fiscale. La Direzione di Legacoop – prosegue Simona Caselli – ha giustamente ribadito le posizioni espresse dall’Alleanza delle Cooperative Italiane sul merito dell’intervento deciso dal governo sulla fiscalità cooperativa”. Legacoop sottolinea come sia inaccettabile, nel momento in cui anche l’Unione Europea indica la necessità urgente di definire misure che aiutino la crescita, aumentare il prelievo fiscale nei confronti delle cooperative che anche negli ultimi due anni, in controtendenza con il dato complessivo del sistema produttivo, hanno salvaguardato l’occupazione, il reddito dei lavoratori ed il potere di acquisto delle famiglie. Con un provvedimento del genere, secondo l’organismo dirigente di Legacoop Nazionale, si maschera, dietro la necessità di reperire risorse, un attacco alle cooperative, al principio di solidarietà tra persone e tra generazioni che esse realizzano, rendendo così possibile quel pluralismo delle forme di impresa che è una ricchezza per il mercato. A tale proposito, Legacoop esprime apprezzamento per il lavoro svolto dall’Alleanza delle Cooperative Italiane, la cui efficacia è stata testimoniata anche dalle molte voci che, a livello politico e sociale, si sono levate per criticare l’iniziativa del governo e in difesa del valore dell’esperienza cooperativa nel nostro paese.
Legacoop ritiene necessaria una manovra equa che, invece di colpire i cittadini – sia direttamente con l’aumento delle aliquote IVA sia con tagli pesanti agli enti locali che si tradurranno in un drastico ridimensionamento dei servizi alla collettività – intervenga, ad esempio, sui capitali scudati ed i grandi patrimoni; una manovra che metta in sicurezza i conti pubblici ma, nello stesso tempo, reperisca risorse da destinare al sostegno dello sviluppo. In proposito Legacoop ritiene che, anziché tartassarle, lo Stato dovrebbe stare al fianco delle imprese che investono e promuovere azioni che incoraggino i cittadini ad investire anche i propri risparmi: ad esempio con una riduzione dei tassi dei mutui, che potrebbe stimolare una decisa ripresa dell’edilizia abitativa e rimettere in moto il settore delle costruzioni che è, anche per l’indotto industriale e di servizi che determina, un importante volano per il rilancio dell’economia nazionale.
“E’ netto – conclude Simona Caselli – anche il nostro giudizio negativo sull’art. 8 della manovra”. La posizione che era stata espressa congiuntamente dal tavolo delle parti sociali negli incontri e nel documento consegnato al governo era chiara: lungi dall’essere regolate per decreto, le materie inerenti i rapporti di lavoro e la contrattazione debbono essere lasciate al libero confronto ed all’autonomia negoziale delle parti sociali.