Dal gomito del tennista alla protesi totale: si riuniranno al Rizzoli di Bologna, dal 5 al 6 settembre, i massimi specialisti mondiali della chirurgia del gomito, tra cui il chirurgo canadese Graham King, ritenuto tra i massimi esperti del settore. Sotto la lente degli esperti, le patologie piu’ comuni che colpiscono il gomito, in particolare il gomito del tennista (tecnicamente epicondilite), degenerazione strutturale causata dal gesto tecnico del gioco, ma anche da qualunque movimento ripetitivo del polso e della mano – come scrivere, digitare su una tastiera, muovere il mouse, guidare, ruotare una chiave – che sottopone un muscolo dell’avambraccio, l’estensore radiale breve del carpo, a una sollecitazione meccanica che si trasmette ai tendini e all’osso del gomito. “La fascia di eta’ piu’ colpita e’ quella fra i 40 ed i 50 anni e i dati della letteratura scientifica parlano del 2% della popolazione attiva affetta – spiega Roberto Rotini, responsabile della Chirurgia della Spalla e del Gomito dell’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna e promotore del meeting bolognese – Il dolore viene inizialmente trascurato e successivamente trattato con diverse terapie, generalmente in maniera inefficace, in quanto la permanenza delle sollecitazioni sul tendine rende vano qualunque programma terapeutico. La prima scelta terapeutica e’ di tipo conservativo: terapia topica con antinfiammatori (pomata, gel, schiuma), applicazioni di ultrasuoni, ionoforesi, crioterapia, magnetoterapia, terapia con onde d’urto, laserterapia, tecarterapia, mesoterapia, infiltrazioni locali con corticosteroidi determinano un beneficio transitorio.
La cura piu’ specifica, capace di intervenire sulla causa microtraumatica scatenante, e’ il riposo relativo del muscolo (estensore radiale breve del carpo) interessato, che puo’ essere ottenuto ricorrendo a un tutore dinamico di polso: permette di mantenere a riposo il tendine mentre la mano conserva la possibilita’ di muoversi. Nel caso in cui tali cure conservative non determinino la scomparsa dei sintomi, si suggerisce l’intervento chirurgico, che attualmente si puo’ eseguire con tecniche meno invasive rispetto a quelle tradizionali, come l’artroscopia, capaci inoltre di rendere piu’ rapidi i tempi di recupero”.
Le lesioni tendinee del gomito rappresentano con la protesi totale di gomito gli argomenti del corso avanzato diretto da Rotini insieme a Graham King dell’ospedale St. Joseph Health Care, della citta’ canadese di London. “King e’ esperto di fama mondiale del trattamento delle patologie del gomito e sara’ con noi anche nelle sessioni di live surgery, che consentono la piena interattivita’ fra i medici che assistono in diretta agli interventi chirurgici dalla sede congressuale ed i chirurghi che svolgono il programma operatorio – prosegue Rotini. – Eseguiremo una protesi totale di gomito, intervento indicato per pazienti anziani affetti da artrosi, artrite reumatoide o da postumi di fratture. Pochissimi in Italia gli ospedali in cui tale tecnica e’ praticata. Tra questi, il Rizzoli ha da sempre un ruolo pionieristico: nel 1948, infatti, nel nostro Istituto il prof. Delitala impianto’ la seconda protesi di gomito al mondo”.