La clamorosa maxi-evasione scoperta l’altro giorno a Vicenza dalla Guardia di finanza, ripropone drammaticamente – come se ce ne fosse bisogno… – il tema di una urgente riforma che, nel segno del rigore e dell’equità, non modifichi solo meccanismi e aliquote fiscali, ma anche l’etica di tutti gli italiani.
Per inquadrare bene il tema, ricordo che a Vicenza le Fiamme gialle hanno scoperto 106 milioni di redditi occultati da società di capitali, 800 lavoratori dipendenti irregolari e patrimoni detenuti all’estero, e non dichiarati, con violazioni alla disciplina sul “monitoraggio fiscale” per oltre 1,3 miliardi di euro. I 106 milioni equivalgono, per meglio comprendere, all’intera manovra sanitaria 2012 della Regione Emilia-Romagna e a 20 volte l’intera manovra della Provincia di Reggio Emilia, mentre i 1.300 milioni di capitali fuggiti all’estero rappresentano 1/35esimo della sanguinosa manovra del Governo Berlusconi.
Sul tema del rigore, da cattolico non posso che apprezzare i recenti inviti dei vescovi – attraverso il presidente della Cei Bagnasco prima e l’agenzia Sir poi – a fare ognuno “la propria giusta parte, rinunciando a benefici eccessivi e privilegi” e a individuare “un sistema punitivo che abbia maggior potere di deterrenza rispetto alle attuali regole, di decennio in decennio depotenziate da micidiali condoni”, anche “inasprendo le sanzioni pecuniarie soprattutto per chi, con un semplice tratto di penna, riesce ad impossessarsi illegalmente di milioni di euro”.
La misura è tanto colma quanto è drammatica la situazione del nostro Paese. Anche per questo, abbiamo promosso già da un paio di settimane il blog iopagoletasse.it, aperto a tutti coloro che – a prescindere dall’entità e dalle fasce di reddito – pagano regolarmente le tasse e, dunque, di volta in volta sono chiamati, magari attraverso improvvisati contributi di solidarietà, a sostenere oneri sempre maggiori.
La situazione è drammatica e servono ulteriori sacrifici? Siamo pronti a farlo ancora una volta, ma se tutti saranno chiamati a farlo, a partire da chi oggi evade o beneficia di guarentigie oggi non più sostenibili non solo economicamente, ma anche eticamente. Perché maggior rigore deve significare anche maggiore equità.
Due esempi concreti. L’imponibile ‘familiare’ individuato dalla Regione Emilia-Romagna per i nuovi ticket sanitari, non è uno strumento equo in un Paese nel quale, come purtroppo registriamo quotidianamente, troppi cittadini evadono. La Provincia di Reggio Emilia, ben prima che questi argomenti assurgessero agli onori della cronaca, aveva avviato insieme al Centro studi della stessa Regione ed al consigliere regionale Marco Barbieri un innovativo lavoro che ci ha consentito a luglio di presentare il cosiddetto equometro. Si tratta di un nuovo sistema di calcolo per l’accesso alle prestazioni pubbliche in grado di superare un altro strumento poco equo come l’Isee, a differenza del quale ‘misura’ anche stili di vita e consumi, non semplici indicatori reddituali spesso non veritieri. Credo che l’equometro, con gli opportuni adattamenti, possa essere sperimentato proprio con i nuovi ticket sanitari. E con la Regione stiamo già lavorando per valutarne un impiego che, credo, possa essere tranquillamente esteso a livello non solo regionale, ma anche nazionale.
Secondo esempio: i vitalizi dei consiglieri regionali, oggi calcolati con criteri fantascientifici – per usare un eufemismo – rispetto alla realtà. Questi vitalizi devono assolutamente essere riparametrati sulla base dei contributi effettivamente versati, esattamente come avviene per ogni comune cittadino. Occorre rifare il conteggio rispetto alla capitalizzazione e l’eccedenza venga versata come contributo di solidarietà. Non è un problema di retroattività delle leggi, semplicemente di rispettare le leggi in vigore per tutti. In questo modo, si otterrebbe anche un riequilibrio della situazione previdenziale degli amministratori regionali rispetto a quelli di Comuni e Province, che non godono di alcun tipo di vitalizio e che – al pari dei consiglieri regionali – dedicano anni della propria vita ad amministrare il bene pubblico, con gli stessi impegno e dedizione.
(Pierluigi Saccardi, Vicepresidente della Provincia di Reggio Emilia – Promotore del blog iopagoletasse.it)