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Rischio incendi: prorogata anche nel modenese la grave pericolosità

A causa delle particolari condizioni meteo climatiche la Regione Emilia Romagna ha stabilito la proroga dello stato di “grave pericolosità” per gli incendi boschivi dal 29 agosto all’11 settembre. Rimane pertanto attiva la fase di preallarme, dovuta anche alla vegetazione secca e all’afflusso di persone nelle zone montane, e prosegue anche «il servizio di avvistamento per la prevenzione degli incendi che si svolge in Appennino tutti i fine settimana con il coinvolgimento di oltre 200 volontari di protezione civile» annuncia l’assessore provinciale all’Ambiente Stefano Vaccari raccomandando a tutti «la massima cautela: basta davvero poco per provocare un incendio, la vigilanza è importante ma serve soprattutto la collaborazione e il senso civico di chi frequenta la montagna».

Il servizio di avvistamento è coordinato dalla protezione civile della Provincia di Modena e dalla Consulta provinciale del volontariato per la protezione civile, in collaborazione con il Corpo forestale dello Stato. Per le segnalazioni di avvistamenti di un incendio sono attivi 24 ore su 24 i numeri telefonici 1515 della Forestale e 115 dei Vigili del Fuoco: è importante fornire informazioni precise rispetto alla localizzazione.

Oltre alle favorevoli condizioni climatiche e alla vegetazione secca, tra le cause più ricorrenti c’è la disattenzione dell’uomo: dai mozziconi di sigaretta abbandonati ancora accesi alle marmitte calde a contatto con sterpaglie secche, fino alla perdita di controllo delle operazioni di eliminazione con il fuoco di residui vegetali. Per chi causa un incendio è prevista la reclusione da quattro a dieci anni in caso di dolo, da uno a cinque anni in caso di colpa, cioè causato in maniera involontaria per negligenza, imprudenza o imperizia.

In caso di incendio boschivo la responsabilità dell’intervento di spegnimento è del Corpo forestale dello Stato; se ci sono rischi per persone ed edifici, la direzione delle operazioni passa ai Vigili del fuoco.

SETTE PUNTI FISSI DI AVVISTAMENTO OTTO SQUADRE PER LO SPEGNIMENTO E SERVIZIO MOBILE

Sono sette i punti fissi di avvistamento ad alta quota presidiati dai volontari di protezione civile della Consulta provinciale per tenere sotto controllo ampie zone di territorio montano. A questi si aggiunge un servizio mobile di vigilanza con squadre di volontari abilitati alle attività di spegnimento e bonifica che terranno monitorate le aree più a rischio di incendi boschivi e potranno affiancare il Corpo Forestale dello Stato e i Vigili del Fuoco negli interventi.

Il servizio di avvistamento è iniziato in Appennino sabato 16 luglio e proseguirà fino all’11 settembre con l’impiego di oltre 200 volontari la maggior parte abilitati nei corsi di addestramento organizzati dalla Provincia.

«I volontari – sottolinea Stefano Vaccari, assessore provinciale all’Ambiente – svolgono un’attività fondamentale di prevenzione che permette, in caso di necessità, di far intervenire gli addetti allo spegnimento in tempi molto stretti, elemento indispensabile per circoscrivere il più possibile i danni. Tutto questo è possibile sopratutto grazie alla Consulta provinciale del volontariato che organizza e coordina tutte le organizzazioni che fanno protezione civile sul nostro territorio».

I punti di avvistamento in Appennino sono: monte Calvanella per la zona di Sestola e Fanano, monte Cantiere a Lama Mocogno, il Sasso della Croce a Guiglia, il monte Nuda a Pievepelago, il monte Ravaglia a Serramazzoni, la Torre di Gaiato a Pavullo e il monte Pizzicano a Serramazzoni.

Ogni squadra, attiva nelle giornate di sabato e domenica dalle 14 alle 19, è dotata di binocolo, bussola, cartina tipografica, radio portatile ed è in collegamento con la sala operativa provinciale attiva presso il Centro unificato di protezione civile di Marzaglia, mentre le squadre mobili sono dotate di gps per la rapida localizzazione del punto segnalato. Gli automezzi sono contrassegnati dalla scritta “Servizio avvistamento incendi boschivi”.

















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