Più forti del ferragosto, più forti dell’altitudine, dei voli aerei e dei fusi orari, più forti della maledizione di Montezuma, ma non sullo statunitense Pinion. Gli azzurrini Gregorio Paltrinieri e Gabriele Detti nei 1500 stile libero dell’ultima giornata dei mondiali junior che si sono svolti nella piscina olimpica Campo de Marte dell’Aquatic Complex della capitale andina, si scambiano solo le posizioni rispetto agli 800 andati in scena qualche giorno fa, ma salgono di nuovo sui gradini laterali del podio.
Diverse le strategie di gara, ma con tutti e 3 i protagonisti della gara capaci di scendere sotto al precedente record della manifestazione. Condotta d’autorità dall’atleta targato USA sin dai primi metri, la gara ha vissuto su di una condotta a stretto contatto visivo tra Paltrinieri e Pinion. Determinante l’accelerazione effettuata tra i 900 e i 1200 metri in una gara tattica, e nuotata da tutti in negative split, che apre una breccia nelle sicurezze del carpigiano incapace al repentino cambio di ritmo, ma regolare sul suo passo.
15’11.03 il tempo dell’americano, 15’15.02 per Greg e 15’18.46 per il livornese Detti rinvenuto sulla coppia al comando con un lungo sprint finale dopo aver duellato e navigato anche fuori dal podio con l’aussie Levings, alla fine 4° in 15’29.09.
Un campionato che chiude una stagione infinita, infinita come le emozioni, le ore di volo ed i fusi orari che il colosso di Carpi ha attraversato in questi ultimi 2 mesi. Un tour de force che dal 19 giugno quando ha espresso al Foro Italico il suo ancora non definito talento al trofeo Settecolli, è passato dagli euro junior di Belgrado, ai 40 gradi di Shanghai per affrontare i fenomeni dei mondiali quindi per finire sulle Ande con il berretto in testa, contro i migliori coetanei del globo. Una prova maiuscola forse più di testa che fisica.
Soddisfazione da parte di Walter Bolognani per i suoi ragazzi che domani rientreranno in Italia con 13 medaglie issandosi al sesto posto assoluto tra le 58 Nazioni presenti alla rassegna, secondi in Europa solo all’Ucraina per il computo degli ori vinti ma quarti dopo USA, Giappone e Canada come numero di podi conquistati.
“Sono stati due mesi di attività estiva fatti in apnea – dice il tecnico responsabile della Nazionale giovanile – in cui abbiamo avuto un appuntamento dietro l’altro e da cui abbiamo ricevuto emozioni forti, riscontri tecnici importanti e soprattutto la certezza che il nuoto giovane italiano è sempre in grado di offrire un futuro luminoso”.