“Dal punto di vista economico non vale nulla o addirittura il saldo potrebbe essere negativo se sulla bilancia di rischi e benefici ci si mette anche il valore del movimento turistico; di sicuro sarebbe un danno grave all’immagine del Paese, soprattutto risulterebbe offensivo di valori e riferimenti della nostra storia civile, che da un lato sono parte integrante del nostro essere popolo e dall’altro tutelano uno dei pochi elementi identitari che ancora resistono e cioè l’appartenenza ad un territorio”.
Il sindaco Pighi affida a una nota stampa la sua posizione nettamente contraria alla decisione del Governo di spostare tutte le festività infrasettimanali non comprese nel Concordato: quindi il 25 aprile, il Primo maggio e il 2 giugno, e insieme a queste anche le festività legate a altre celebrazioni religiose come il Santo Patrono.
“Per la città Medaglia d’Oro della Resistenza – prosegue il sindaco – non è accettabile che si tenti di attenuare il significato di quell’impegno e di quel sacrificio, così come non è pensabile che la Repubblica fondata sul lavoro non celebri adeguatamente la festa dei lavoratori e che dire poi del tentativo di sminuire la festa della Repubblica proprio nell’anno del 150esimo dell’unità nazionale. In questo grottesco tentativo di scaricare le proprie responsabilità e incapacità, il Governo non ha considerato le conseguenze relative alle feste patronali (non essendo parte del concordato dovrebbero anch’esse essere spostate alla domenica più vicina) perché non riesco proprio a immaginare che, di proposito, abbiano potuto pensare di abolire di fatto la festività di S. Gennaro a Napoli, di S. Ambrogio a Milano e, per quanto ci riguarda, di S. Geminiano nella giornata del 31 gennaio. Verrebbe cancellata una tradizione secolare, che da sempre vede impegnati insieme, e sottolineo insieme, la chiesa modenese e l’Amministrazione della città.”
Il sindaco di Modena conclude rivolgendosi ai cittadini: “Stiamo facendo i calcoli sugli effetti della manovra, calcoli resi complessi dall’incredibile pressappochismo di chi ci governa che, ancora una volta, non ha nemmeno la decenza e la capacità di parlar chiaro. Nel giro di qualche giorno saremo comunque in grado di riferire ai modenesi delle conseguenze dei provvedimenti del Governo e in quel momento si capirà quando siano demagogiche, se non sospette, le scelte relative alle festività. Per questo, personalmente e come sindaco della città, ho deciso di aderire agli appelli a favore del mantenimento delle festività civili e, aggiungo, anche di quelle religiose più radicate nel sentire comune di cittadini. Invito i modenesi a fare altrettanto, facendo sentire la propria voce e la propria contrarietà a provvedimenti sbagliati, inutili e gravemente lesivi di valori e tradizioni quanto mai attuali”.