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Francesca Fornario, quando la satira è al femminile

Appassionato il dibattito che si è tenuto lo scorso 18 agosto a Festareggio nell’area del Loft con l’attrice satirica e giornalista de L’Unità Francesca Fornario, moderato da Valeria Montanari (Gruppo PD comune di Reggio Emilia) e presieduto da Elisa Bellesia (Conferenza provinciale donne democratiche): il tema – Donne, riprendiamoci l’amore e la sessualità – non era dei più semplici, ma è stato ben orchestrato grazie all’ironica leggerezza della Fornario che ha saputo riflettere attraverso i paradossi della satira sulla condizione femminile di ieri e di oggi, scegliendo di non imprigionare la figura femminile nè negli stereotipi propinati dalla pubblica opinione e nemmeno in quelli del femminismo d’antan.

Dal dibattito, seguito da un pubblico attento e – novità – non solo femminile, è emerso un pensiero di profonda incertezza circa i destini dei diritti nel nostro paese, “pane conteso” da una politica che sceglie spesso per convenienza di non decidere e affogare nel massimalismo le speranze e la dignità di molti cittadini e cittadine.

E le donne a loro volta non se la passano meglio, come dimostrano gli stereotipi, i linguaggi, le convenzioni sociali ed economiche, profondamente sbilanciati tra i due generi. “Anche le parolacce sono maschili – dice la Fornario – così come se un uomo cambia spesso idea è un creativo: una donna invece viene considerata volubile e tutti le chiedono se… ha le mestruazioni!”. E il gusto del paradosso, masticato con qualche risata amara, è l’arma che svela una condizione non ancora identitaria, per lo più subordinata al genere maschile. Si è poi parlato dell’azzeramento analitico dei tabù sessuali, un percorso che il femminismo aveva in un primo tempo inaugurato con una felice stagione e che si interrompe li, quando la donna diventa ostaggio televisivo, “tette e culo”, e non tanto per una ragione morale, quanto perché la mercificazione del corpo – sempre a senso unico – mina certezze e autoanalisi. “Il nuovo femminismo va fatto coi maschi – ha concluso la Fornario – gli uomini devono capire che non vogliamo essere uguali a loro, ma avere pari opportunità: fintanto che non vedremo la TV piena di valletti in mutande, di velini, paradossalmente avremmo perso la battaglia dell’immagine e anche tutte le altre. Io non penso che tutti gli uomini abbiano una visione stereotipata delle donne e della sessualità: il nostro compito è spiegare, e accompagnarli in un percorso di svelamento identitario il più possibile condiviso”.

 
















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