Sono al lavoro sette camion, tre scavatori e, dalla notte, si sono già alternati una decina di operari e tecnici reperibili del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale. Spazzato via un intero argine di 1200 metri cubi di terra, per una lunghezza di 25 metri e un’altezza, in alcuni punti, di 10 metri.
“Il tutto è avvenuto la notte di Ferragosto – dice Marino Zani, presidente dell’ente consortile -, mentre i canali erano completamente invasati per l’irrigazione. Nonostante la vastità del danno, il tutto è accaduto a ridosso di un nostro snodo idraulico e, quindi, non ci sono stati danni a persone o immobili di terzi. Quando accaduto è purtroppo l’esito della presenza di specie alloctone, cioè immesse da altre zone, come nutrie e gamberi della Lousiana che trovano il loro habitat nei nostri canali”.
LA CRONACA. Siamo al confine tra i comuni di Rolo (Reggio Emilia) e Moglia (Mantova). Qui il canale fossa Raso (che è il tratto terminale dal cavo Tresinaro, con origine a Sabbione), va a confluire nel canale Parmigiana Moglia, la principale arteria irrigua e scolante dell’Emilia Centrale, in queste ore piena d’acqua, perché nella lontana Boretto vengono prelevati da Po 40 metri cubi d’acqua ogni secondo che arrivano, in grande parte, sin qui.
“Alle centrale di telecontrollo di Corso Garibaldi, che durante l’irrigazione è presidiata 24 su 24 – spiega Paola Zanetti, dirigente dell’area piene, irrigazione, ordinaria manutenzione – alle 22.30 di lunedì sera i dati di rilevamento hanno segnalato una vistosa anomalia. Gli impianti per il prelievo di acqua da Po erano in funzione, ma la quota nei canali stava vistosamente calando. Un sintomo assai noto e tipico delle perforazioni arginali”.
Secondo la procedura, nella notte, si sono attivati i tecnici reperibili, cinque, che hanno ben presto localizzato l’immane perdita di acqua proprio in uno snodo (particolare confluenza di canali) del consorzio di Bonifica.
I DANNI E LE PRIME OPERAZIONI. “Sarebbe stato peggio – spiega la Zanetti – se questo danno fosse avvenuto in aperta campagna lontano dal nostro snodo, che invece col sistema delle acque basse ha raccolto l’acqua fuoriuscita. Certamente è un fatto comunque da non sottovalutare per il nostro consorzio, dato che abitualmente interveniamo per porre rimedio a perforazioni arginali causate da tane di nutrie e di gamberi, con oltre cinquecento interventi all’anno ed elevati e costi di manutenzione”.
LA SOLUZIONE. “Rilevato il danno – riprende Marino Zani, presidente – ci si è attivati per una operazione il più celere possibile. Questo contenere i ritardi nella distribuzione irrigua a monte di Moglia, sino a Rolo, Fabbrico e Moglia, ma soprattutto per chiudere la vistosa falla che, purtroppo, è avvenuta a ridosso della nostra principale arteria irrigua che, ogni anno, mediamente qui vede transitare, solo per l’irrigazione, 40 milioni di metri cubi d’acqua. Sul posto stanno arrivando in queste ore 1200 metri cubi di terra per ricostruire a tempi di record l’argine. Esprimo un particolare grazie al personale del Consorzio di Bonifica che, anche in questa occasione, ha saputo contenere al minimo i disagi”.