Alla data di chiusura della presentazione delle domande di ammissione ai due corsi di laurea magistrale a ciclo unico (Medicina e Chirurgia e Odontoiatria e Protesi dentaria) e alle dodici lauree di primo livello per le Professioni Sanitarie alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia sono giunte complessivamente oltre 2.700 domande: 1.135 per Medicina e Chirurgia e Odontoiatria e 1.579 per il test di Professioni Sanitarie. Cala l’interesse per Infermieristica (- 17,15% a Modena e – 20,60% a Reggio Emilia), ma cresce (+ 7,48%) sulle lauree magistrali a ciclo unico, nonostante Modena – secondo uno studio pubblicato dalla Banca d’Italia – richieda una qualità molto elevata, la più alta a livello nazionale, ai suoi iscritti.
Nonostante la crisi economica che rischia di condizionare le scelte di molti studenti e delle loro famiglie ed il grosso sforzo richiesto a livello di impegno personale negli studi, le professioni medico-sanitarie continuano ad esercitare un notevole fascino tra i giovani. Questo quanto emerge, alla chiusura della presentazione delle domande di ammissione ai corsi di laurea (2 lauree magistrali a ciclo unico e 12 lauree triennali di primo livello) della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia che, anche quest’anno, ha visto convergere un elevato numero complessivo di aspiranti matricole.
Al momento della chiusura del termine di presentazione delle domande di ammissione ai due test previsti, uno per Medicina e Chirurgia e Odontoiatria e Protesi Dentaria e uno per le Professioni Sanitarie all’Ateneo emiliano sono giunte complessivamente 2.714 richieste di partecipazione alle prove (stesso numero dell’anno scorso), ovvero 1.135 per i due corsi di laurea magistrale a ciclo unico (6 anni) e 1.579 per Professioni Sanitarie che si distribuiranno sulle 12 lauree di primo livello.
Nel primo caso per Medicina e Chirurgia e Odontoiatria e Protesi Dentaria si è avuto, rispetto all’anno scorso, un aumento di 79 domande, pari al + 7,48%; nel secondo caso per le Professioni Sanitarie c’è stata una flessione esattamente identica in termini assoluti – 79 domande (- 4,76%), principalmente imputabile alla marcata contrazione di interesse esercitato quest’anno sui giovani dalla professione infermieristica, riscontrabile dal fatto che i due corsi propositi a Modena e a Reggio Emilia hanno visto subire nell’insieme un calo di 100 prime opzioni, solo in parte – forse – attribuibili alla diminuzione di posti disponibili (- 20) per il corso che si tiene a Reggio Emilia.
Sempre nell’ambito delle Professioni Sanitarie, invece, hanno fatto segnare incrementi decisi Logopedia (+ 19,85%), Terapia occupazionale (+ 100,00), Dietistica (+ 8,25%) e Igiene Dentale (+ 12,24%). Stabile il dato di Tecniche di Radiologia Medica, per Immagini e Radioterapia. Flessioni, anche se poco significative, riguardano Ostetricia (- 0,69%), Tecniche di Fisiopatologia cardiocircolatoria e Perfusione cardiovascolare (- 4,76%), Tecnica di riabilitazione psichiatrica (- 5,00%) e Fisioterapia (- 4,34%). In frenata decisa Tecniche di Laboratorio Biomedico (- 13,51%).
Si avrà una competizione molto accesa riguardo ad entrambe le lauree magistrali in Medicina e Chirurgia e Odontoiatria e Protesi Dentaria, dove la probabilità di riuscire a superare la prova sarà di uno su 7/8 candidati. Ma sarà ancora più difficile per quanti aspirano ad assicurarsi l’ingresso nel corso di laurea in Fisioterapia dove l’indice di affollamento è di 13,09 o in Logopedia con più di 11 aspiranti per posto e Dietistica che avrà 8/9 candidati per ogni posto disponibile.
Solo Terapia occupazionale riuscirà quasi certamente a soddisfare pienamente le aspirazioni dei candidati con 18 domande per 17 posti.
In qualche modo questi numeri non sono una sorpresa e confermano, soprattutto nel caso della laurea magistrale in Medicina e Chirurgia e Odontoiatria e Protesi dentaria, la difficoltà della selezione cui saranno chiamati gli studenti che intendono frequentare a Modena. Quanto sia severa la prova modenese è dimostrato anche da un recente studio curato da Paolo Sestito e Marco Tonello pubblicato dalla Banca d’Italia “I differenziali nella qualità degli iscritti nelle Università italiane: il caso delle Facoltà di Medicina e Chirurgia” (Questioni di Economia e Finanza n. 90 – aprile 2011), che analizza la qualità degli iscritti a Medicina e Chirurgia e ad Odontoiatria sulla base dei test di ammissione effettuati nel settennio 2003 – 2009, da cui emerge che gli iscritti che entrano nell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia sono i migliori in quanto a Modena devono affrontare il test più selettivo, per gli elevati livelli qualitativi individuali dei singoli candidati con cui devono confrontarsi, e con una soglia di punteggio medio di accesso più alta che altrove (i primi “non ammessi” a Modena col punteggio raggiunto risulterebbero facilmente idonei nella maggior parte delle graduatorie di altri Atenei).
“Il nostro intento – conferma la Preside prof. ssa Gabriella Aggazzotti – è sempre stato quello di assicurare ai nostri iscritti una buona formazione, così da garantire la immissione nel mercato del lavoro di professionisti preparati a rispondere adeguatamente a tutte le esigenze di una società la cui domanda di servizi sanitari di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione è sempre in crescita. Riguardo a questo obiettivo tutti noi che siamo impegnati nella formazione sentiamo un forte senso di responsabilità: nel disegnare i diversi percorsi formativi, infatti, è stata prestata particolare attenzione alla organizzazione di un adeguata attività professionalizzante che viene seguita da tutti gli studenti e che si affianca, là dove prevista, alla tradizionale didattica ex-cathedra. Questo aspetto è stato particolarmente curato prendendo spunto dalla necessità di adeguamento di tutti i corsi di laurea sanitaria della Facoltà di Medicina e Chirurgia al DM 270/04, che introduce alcuni aspetti innovativi nella formazione dei professionisti della salute, quali, appunto, il contatto diretto, fin dai primi anni di corso, con le problematiche che faranno poi parte della loro attività professionale. I risultati di questo impegno hanno ottenuto un riconoscimento anche da parte del sistema economico-sociale, che si è rivelato molto ricettivo verso l’inserimento e l’occupabilità immediata dei nostri laureati, che nel 90% dei casi trovano lavoro già nel primo anno dopo la laurea”.