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Costi della politica, le proposte del Pd modenese

Il sen. Giuliano Barbolini interviene nel dibattito sui costi della politica.  

«Non c’è dubbio. Di fronte a una crisi così devastante i politici devono essere i primi a dare il buon esempio, tagliando costi ed eliminando privilegi. Il Partito democratico ne ha consapevolezza, e sta premendo perché si cominci davvero a farlo, alla Camera e al Senato.

Nei giorni scorsi la Camera ha approvato il bilancio 2011 con i tagli e i risparmi proposti dal Pd. Tra questi la previsione di una trasformazione dei vitalizi dei parlamentari in un normale trattamento pensionistico basato sul sistema contributivo, e nell’immediato un contributo straordinario per i trattamenti più alti. Il Senato, grazie alla nostra iniziativa, ha approvato un taglio aggiuntivo del 12% ai risparmi già preventivati (compresa la copertura piena del costo dei pasti al ristorante) che si realizzerà già dall’anno in corso e, congelando la spesa al 2010, raggiungerà in quattro anni la cifra di oltre 100 milioni di euro. Preciso che tra le misure approvate c’è anche Inoltre, dopo anni di continue sollecitazioni, il Pd è riuscito a ottenere in Senato che inizi l’esame dei disegni di legge sulla riduzione dei parlamentari, vera strada maestra per migliorare la qualità della legislazione e diminuire in modo consistente i costi della politica. Ricordo che la riduzione del numero di parlamentari è la prima delle quattro proposte avanzate dal Pd per riformare la politica. Le altre sono: riforma della legge elettorale per restituire ai cittadini il potere di scegliere i propri rappresentanti; norme più rigorose sull’incompatibilità tra incarichi diversi; legge sulla disciplina dei partiti che vincoli il finanziamento pubblico alla certificazione e trasparenza dei bilanci. Si possono inserire nell’imminente decreto del Governo.

Sono impegni seri, e proposte concrete, non chiacchiere, che, a mio avviso, dimostrano tre cose:

a) Non c’è solo la “casta” ma anche una politica interpretata in modo serio e responsabile – in Parlamento, nelle Regioni, negli enti locali – che lavora e si adopera per l’interesse generale e il bene del Paese;

b) Il problema dei costi della politica si risolve in maniera definitiva solo con una riforma complessiva che investa tutti i livelli istituzionali;

c) I veri “costi della politica” sono quelli della sua inefficienza, quando cioè non riesce a dare risposta ai problemi dei cittadini e del Paese. E’ la ragione per cui oggi stiamo pagando un costo altissimo, in termini economici e sociali: l’inutile sopravvivenza di un governo incapace, messo sotto tutela dall’Europa, divenuto ormai un ostacolo, proprio per la sua poca credibilità, a qualsiasi azione di contrasto della speculazione finanziaria.

Temo che i teorici del “benaltrismo” – quelli che a ogni proposta rispondono “ci vuole ben altro” – saranno ancora una volta insoddisfatti. Io credo invece che le nostre proposte vadano nella giusta direzione non solo per ridurre doverosamente sprechi e disparità, ma per rafforzare, con atti di buona politica, un sistema democratico messo a dura prova dalla crisi».

 

















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