Un viaggio alla scoperta dei segreti nascosti nel maniero di Obizzo da Montegarullo, il condottiero il cui temperamento indomito e volontà ribelle e indipendentistica portarono più volte a sottrarsi al dominio degli Estensi di Ferrara, signori del Frignano, nella speranza di ottenere maggiore autonomia.
L’antica Rocca del Pelago, che fino alla fine del XIV secolo rimase nelle mani dei Montegarullo, è visitabile questa domenica, 7 agosto, con tour guidati a cura dell’Architetto Andrea Sampieri, in collaborazione con l’Associazione Pro Rocca. Appuntamento alle ore 11 e alle ore 16, nell’ambito degli eventi collaterali della sedicesima edizione del Premio Lettario Frignano.
La fortezza fu feudo della famiglia dei Montegarullo fino al 1408, anno in cui il temuto Obizzo da Montegarullo fu definitivamente cacciato da Roccapelago. A poco valse l’intervento dei lucchesi – alleati degli Estensi, che ne richiesero l’aiuto – che nel 1393 assediarono Roccapelago per quattro mesi fino a contrattare l’acquisto del castello, ma che riuscirono a tenere lontano Obizzo per tre anni soltanto. Nel 1396, approfittando di un momento di distrazione dei lucchesi, Obizzo riuscì infatti a rientrare nella Rocca, dominandola per 12 anni ancora. Cacciato Obizzo, dai primi del Quattrocento il castello – costituito da diversi edifici e da alcuni torrioni che si sviluppavano internamente alle mura di cinta, in parte ancora visibili – rimase abbandonato per oltre un secolo e mezzo, per essere poi adibito a chiesa.
Di recente, grazie al restauro architettonico che ha interessato la chiesa nell’ala orientale dell’edificio, sono state rese visibili ulteriori porzioni medievali del vecchio castello. In particolare, attraverso gli scavi archeologici, è emersa una cripta usata come fossa comune tra il XVI e il XVIII secolo, dove sono stati trovati circa 300 inumati, di cui un centinaio mummificati per cause naturali. Le mummie, che presentano ancora pelle e capelli, vestite con tunica e calze, avvolte in sudari con crocifissi e medagliette votive sono ora state trasferite al laboratorio di Antropologia di Ravenna dove archeologi, antropologi e studiosi di tessuti cercheranno di ricostruirne vita, attività, cause di morte e forse perfino i volti stessi.
La chiesa di Roccapelago fu costruita alla fine del Cinquecento, sfruttando come fondamenta l’ultimo piano dell’antico fortilizio militare. A partire da quella data e per alcuni secoli, il pavimento della chiesa assunse anche funzione cimiteriale, accogliendo diversi ossari e tombe, per lo più collettive. È in questo contesto che si spiega il ritrovamento dei corpi mummificati, la cui particolarità sta nell’elevato numero e soprattutto nella notevole somiglianza dei corredi funebri dei morti, molto semplici ma ripetitivi.
Il Premio Letterario Frignano, nato nel 1959 e giunto alla XVI edizione, è la più prestigiosa manifestazione letteraria dell’Appennino modenese ed è organizzato dal Comune di Pievepelago e l’Accademia “Lo Scoltenna”, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e con il Patrocinio della Provincia di Modena e della Regione Emilia Romagna.
Anche quest’anno il Premio ha ottenuto il prestigioso riconoscimento del Presidente della Repubblica, la Medaglia per la Cultura.