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La “fotografia” dei consumatori di Castelfranco, Nonantola e dintorni in un’indagine di Cna.com

I consumatori dell’area Nord-Est? Attenti ai prezzi, ancora lontani dalla rete, “orfani” dei mercati all’aperto e poco inclini a far compere alimentari direttamente negli spacci degli agricoltori. E’ questo, per sommi capi, il quadro dei consumatori di Castelfranco, Nonantola e dintorni che esce da una ricerca realizzata da CNA.COM – l’Associazione del Commercio di CNA – e che ha coinvolto diverse aree della provincia con l’obiettivo di fornire strumenti operativi ai piccoli imprenditori del commercio. A partire, per esempio, dall’attenzione alla pubblicità (il 57,6% degli intervistati ammette un certo condizionamento da parte di quest’ultima), trainata, come è prevedibile, dalle televisioni nazionali, seguite a sorpresa dai volantini distribuiti porta a porta (ritenuti, da quasi il 16,8% dei consumatori dell’area, il mezzo più incisivo).

Ma è interessante anche sapere che il 65,5% degli abitanti dell’area Nord-Est fa la spesa abitualmente al supermercato e che solo il 2,7% si serve presso i discount; o che il 68,7% fa gli acquisti alimentari nel proprio comune. E ancora, che oltre metà dei cittadini acquista i beni durevoli (i.e. elettrodomestici, abbigliamento) nel comune di Modena e che appena il 4,6% dei cittadini compra i prodotti di abbigliamento dove capita, a differenza di quanto accade in altre zone, indice del fatto che la fidelizzazione è forte (e, magari, che l’offerta non è eccessivamente varia). Ancora poca diffusa, invece, l’utilizzazione della moneta elettronica (Pos, carte di credito) ed è praticamente scomparso l’assegno come modalità di pagamento.

Il grado di soddisfazione complessivo degli abitanti dell’area Nord-Est verso l’offerta commerciale complessiva dei propri comuni di residenza è dell’86,3%: molto alto in termini assoluti, ma tra i più bassi della provincia. Nei grandi comuni e in altre aree la soddisfazione verso varietà e vicinanza dell’offerta è indubbiamente superiore.

Gli indicatori, insomma, anche se differiscono, seppur non di molto, da quelli medi provinciali concorrono comunque nel dimostrare che esistono numerose opportunità per intercettare i potenziali acquirenti.

Al di là delle politiche riguardanti il commercio, anche i piccoli imprenditori possono fare la loro parte per difendere la propria competitività. E non solo attraverso la pubblicità. Pensiamo, ad esempio, alle carte fedeltà, che risultano utilizzate da due consumatori su tre: strumenti che gli operatori potrebbero utilizzare ad esempio in rete, oppure nei diversi territori, per comparti, e via dicendo. Attorno a queste valutazioni potrebbero individuarsi strategie perseguibili dai piccoli esercizi magari in rete e con la collaborazione delle amministrazioni locali.

Certo è che il fattore prezzo è divenuto, a causa della crisi, la discriminante più importante nella scelta del negozio a cui affidarsi: su questa variabile si è focalizzata l’attenzione di quasi il 90% dei consumatori, ben più che su altri aspetti commerciali quali gli orari di apertura.

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