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Nel 2010 l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia è riuscita nell’intento di risparmiare oltre un 1,6 milioni di euro

L ‘Università degli studi di Modena e Reggio Emilia nel 2010 è riuscita a conseguire un significativo risultato, somma dei risparmi ottenuti attraverso una rigorosa politica di controllo dei conti.

Anche la scelta autonomamente intrapresa dall’Ateneo di attivare un sistema di contabilità economico-patrimoniale ed analitica, che ha di fatto anticipato il percorso ora imposto dalla Legge 240/2010 (legge Gelmini), ha permesso all’Ateneo di attuare misure efficaci di contenimento delle spese e di gestione generale.

Dall’esame del bilancio di esercizio 2010, che ammonta complessivamente a circa 260 milioni di euro, emergono importanti risultati conseguiti dall’Ateneo, in particolare si sottolinea la tenuta del fondo di finanziamento ordinario (FFO), ammontante a oltre 92 milioni di euro, che ha subito una diminuzione inferiore rispetto a quella del sistema delle università pubbliche, l’importante crescita dei contributi ricevuti per la ricerca istituzionale che fanno registrare un incremento del 73,7% rispetto al precedente esercizio e l’ottimo andamento della ricerca commerciale e delle altre prestazioni di servizi alle imprese che nel periodo aumentano di oltre il 40,0%.

Dal lato dei costi è possibile verificare una significativa stabilizzazione, rispetto ai precedenti esercizi, delle principali voci del conto economico, del costo del personale (94.801.266 euro), che, nonostante gli automatismi di incremento stipendiale previsti dalla legge, si mantiene complessivamente costante rispetto all’esercizio precedente, in virtù dei risparmi sulle cessazioni del personale, cui si è accompagnato di fatto un blocco totale del turnover. Anche i costi per funzionamento (circa 17 milioni di euro) hanno subito un incremento contenuto, grazie agli interventi che l’amministrazione ha messo in atto fin dal 2008 per rivedere e riorganizzare gli spazi e le attività al fine di ridurre i costi di funzionamento per ciò che riguarda materiale di consumo, spese postali, noleggio attrezzature, fotocopiatrici, gestione autoveicoli, acquisto mobili, arredi e macchine d’ufficio. Va poi sottolineato come nel 2010, in un contesto di sostanziale stabilità delle strutture immobiliari in uso, i costi di gestione dei fabbricati abbiano subito una riduzione di oltre il 5%, ottenuto attraverso la dimissione di immobili posseduti derivanti da contratti di locazione con soggetti terzi ed un migliore utilizzo degli spazi della sede centrale e una più funzionale collocazione degli uffici interessati.

Queste misure, che hanno portato al risultato odierno, hanno permesso all’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia di aumentare le borse di studio e gli assegni di ricerca, segnalando ancora una volta, l’attenzione rivolta dai vertici dell’Ateneo verso il miglioramento dei servizi erogati agli studenti e l’ampliamento dell’offerta di opportunità e di esperienze nel settore della ricerca.

















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