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Pesche e nettarine, l’assessore regionale Rabboni: “Ora tocca al ministro assumere l’iniziativa”

Soddisfazione per “le importanti novità degli ultimi giorni” e la richiesta al Governo di “convocare urgentemente le parti per affrontare insieme la crisi” che sta attraversando in queste settimane il comparto delle pesche e delle nettarine. “Ora non ci sono più alibi, tocca al ministro assumere l’iniziativa”, sottolinea l’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni. “Nelle ultime ore – spiega – sono intervenute due importanti novità: da un lato l’Unione europea ha annunciato che a settembre saranno adottate misure, con effetto retroattivo al 19 luglio, per aumentare a 26,90 euro ogni 100 kg il prezzo delle pesche e nettarine ritirate dal mercato per usi energetici (biogas) o a destinazione alcolica. L’altra novità è che ieri tutte le associazioni italiane (Coldiretti, Cia, Confagricoltura e Copagri) hanno sottoscritto un documento unitario sugli interventi da attivare per contrastare la crisi del comparto”.

L’assessore Rabboni esprime “soddisfazione perché sono state accolte alcune nostre richieste e legittime aspettative. Le Regioni – sottolinea – già la scorsa settimana hanno chiesto con voce unitaria l’intervento del Governo, ora anche il mondo agricolo si è espresso e l’Ue ha dato questo primo parziale segnale di attenzione. Manca solo il Ministero che non puo’ pensare di cavarsela con una modesta promozione sulle spiagge affidata alle Capitanerie di Porto. Bisogna muoversi urgentemente, convocando le parti interessate per coordinare gli interventi”.

Nel dettaglio l’assessore Rabboni spiega che è necessario “utilizzare tutte le potenzialità offerte della Ue per il ritiro dal mercato dell’invenduto e per anticipare il ritiro del prodotto da destinare all’industria di trasformazione; convocare la grande distribuzione per un accordo a favore della commercializzazione del prodotto italiano di qualità a prezzi calmierati per il consumatore e minimamente remunerativi per il produttore; coinvolgere quel 70% di produzione italiana che non è organizzata nelle Organizzazioni di Prodotto; avviare un piano di settore che incentivi l’innovazione varietale e produttiva nelle aree in cui si registrano le maggiori difficoltà, l’aggregazione della commercializzazione e un migliore utilizzo dei fondi europei di settori, nonché la costituzione di fondi mutualistici e assicurativi in grado di compensare la perdita di redditi in caso di future crisi di mercato”.

Al ministro, infine, l’assessore chiede “di non delegare funzionari alle riunioni Ue. E’ indispensabile – conclude – che sia presente personalmente e che faccia sentire tutto il peso del principale Paese ortofrutticolo europeo”.

















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