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Porta a porta per metà reggiani e differenziata al 67,1%

E’ stato compiuto questa mattina a Palazzo Allende, nel corso dell’Assemblea dell’Ato (l’Ambito territoriale ottimale di cui fanno parte la Provincia di Reggio Emilia e tutti i 45 Comuni reggiani), il primo passo per l’approvazione del Piano d’ambito per la gestione dei rifiuti urbani ed assimilati.

Cos’è il Piano d’Ambito. Attraverso il Piano d’ambito si definisce l’organizzazione del servizio di gestione dei rifiuti urbani all’interno di un territorio (la provincia) nei suoi vari aspetti: dal modello gestionale ed organizzativo al piano finanziario degli investimenti, dal programma di interventi, obiettivi e standard di qualità di gestione dei rifiuti alla la tariffa articolata con riguardo alle caratteristiche delle diverse zone del territorio e alla qualità dei servizi da fornire.

Nel corso dell’assemblea di questa mattina – con il voto favorevole di tutti i Comuni presenti ad eccezione di Viano che si è astenuto (37 sì, 1 astensione) – l’Ato ha approvato il modello gestionale-organizzativo e ha definito percorso e per arrivare all’approvazione complessiva del Piano, prevista entro la fine di ottobre.

Il Piano è stato elaborato dallo studio Oikos di Milano, un’agenzia specializzata nel redigere piani per la raccolta rifiuti in tutto il Nord Italia e capace di utilizzare modello di riferimento nazionali ed europei. I gestori – Iren e Sabar – sono quindi stati invitati a confrontarsi con le analisi e le proposte di Oikos fornendo un proprio contributo, ma le elaborazioni sono state compiute dallo studio, così da poter fornire alle istituzioni uno strumento per poter richiedere ai gestori i servizi necessari.

Vengono quindi definite per la prima volta, a livello provinciale, modalità coordinate per la raccolta dei rifiuti, fissando con analisi tecnico-scientifiche l’obiettivo di raccolta differenziata ed i migliori strumenti per raggiungerlo. Il piano sarà utile anche nel caso, ancora da definire nella normativa nazionale, di affidamento con gara della gestione del servizio rifiuti.

Il nuovo modello gestionale-organizzativo. La provincia di Reggio Emilia registra dei livelli di raccolta differenziata molto elevati; nel corso del 2010 si è raggiunto il 58,4%, che rappresenta il miglior dato in regione pur restando al di sotto degli obiettivi fissati dalla normativa nazionale che prevede il raggiungimento del 65% entro il 2012. Ed è proprio per raggiungere quest’obiettivo, implementando soprattutto la raccolta dell’organico, che é stata prevista un’articolazione dei servizi di raccolta differenti per aree omogenee di territorio, diversamente caratterizzate dal punto di vista insediativo e socio-economico.

Il modello, in estrema sintesi, prevede l’attivazione della raccolta porta a porta per la frazione organica domestica, per il rifiuto residuo e il verde per circa 210.000 abitanti (ovvero tutti i comuni di pianura) e la diffusione della raccolta capillarizzata (contenitori in strada per plastica, vetro, carta e organico di fianco al cassonetto dell’indifferenziato) in tutti i comuni posti a sud di Reggio, dunque dalla pedecollina in su. Sono nell’alto crinale (Busana, Collagna, Ligonchio, Ramiseto e Villa Minozzo), rimarrà – ma sarà potenziato – l’attuale sistema di raccolta stradale. Per quanto il comune di Reggio Emilia è previsto, invece, un modello misto – porta a porta per oltre 60.000 abitanti e capillarizzata per i restanti 107.000 – secondo il piano di attivazione già approvato dal Comune.

Questo piano consentirà il raggiungimento del 67,1% di raccolta differenziata nei prossimi tre anni, con un incremento contenuto dei costi.

Per agevolare l’estensione del porta a porta – che a regime interesserà il 51,2% della popolazione provinciale contro l’attuale 11,6%  – la Provincia di Reggio Emilia si è impegnata ad investire un quota consistente delle risorse regionali previste dal Piano di azione ambientale, circa 600 mila euro solo nell’annualità 2011.

Il percorso appena avviato dovrà ora concentrarsi sulle tempistiche di attivazione dei nuovi servizi nei singoli comuni, che entrerà a regime – con un percorso graduale – entro la fine del 2014. L’Ato dovrà inoltre definire le politiche tariffarie, introducendo meccanismi di sussidiarietà allo scopo di rendere omogenee le tariffe agli utenti, nonché sistemi responsabilizzanti e incentivanti rispetto all’adozione di comportamenti di consumo sostenibile e di differenziazione dei rifiuti.

Prossimi passaggi. Al modello ambientale seguirà un’attenta analisi dell’applicazione dei costi sulle tariffe. Provincia, Ato e Comuni intendono in particolare approfondire il tema della raccolta contestualmente a quello dell’impiantistica per il riciclaggio dei rifiuti differenziati e per il trattamento/smaltimento dell’indifferenziato. Innovando secondo le normative europee il percorso di trattamento e smaltimento dei rifiuti, il costo del nuovo sistema di raccolta sarà percentualmente ridimensionato, poiché diminuiranno i rifiuti da smaltire.

Un sistema più efficiente di raccolta non produce solamente risultati ambientali, ma in futuro consentirà anche una riduzione dei costi di smaltimento. In quest’ottica i Comuni si sono impegnati nella definizione, entro ottobre, di una distribuzione dei costi orientata su alcuni principi cardine: l’aggiornamento delle banche dati catastali per recuperare tutto ciò che oggi non viene pagato; incentivi, anche economici, ai Comuni che sceglieranno i sistemi più virtuosi; un’adeguata valorizzazione dell’esperienza di Sabar, la società della Bassa reggiana; l’attivazione di sistemi responsabilizzanti-incentivanti (tariffa puntuale, premialità per conferimenti in stazioni ecologiche…); strategie coordinate per la riduzione a monte dei rifiuti prodotti nel territorio reggiano.

Inoltre, Ato si è impegnata a redigere una Carta dei servizi che individuerà principi, regole e standard qualitativi dei servizi, al fine di tutelare le esigenze dei cittadini-utenti nel rispetto dei principi di efficacia, efficienza ed economicità. La Carta, rappresenterà inoltre l’impegno del gestore ad assicurare la qualità nei confronti degli utenti, chiarendo il rapporto gestore-utente e strategie di miglioramento continuo.

Trattamento meccanico-biologico. Per quanto riguarda l’impiantistica, il Comune di Reggio Emilia e la Provincia hanno annunciato all’Assemblea di Ato che si sta sottoscrivendo un Protocollo d’Intesa per la realizzazione di un impianto di Trattamento meccanico-biologico (Tmb).

Tale accordo prevede l’avvio di valutazioni tecniche per la puntuale localizzazione, nell’area di Gavassa, e per l’individuazione delle migliori tecnologie per realizzare il nuovo impianto di trattamento-rifiuti. Per compiere queste analisi tecniche, la Provincia chiederà la collaborazione di esperti in campo nazionale ed internazionale, così da poter fornire ai gestori Iren e Sabar una proposta impiantistica di massima. Il Protocollo chiarisce definitivamente che il nuovo Piano provinciale gestione rifiuti (Ppgr) – per legge in scadenza nel 2013 – sarà redatto riconoscendo i risultati di Raccolta differenziata previsti dal nuovo Piano d’Ambito ed investendo su politiche di area vasta, così da escludere la realizzazione di un nuovo termovalorizzatore. Sulla gestione per area vasta, Comune e Provincia si sono impegnate a richiedere un forte intervento regionale.

“Con questo voto viene premiato il duro lavoro dei Comuni e della Provincia che in questi mesi hanno approfondito e costruito un modello organizzativo omogeneo tra le diverse realtà territoriali che porterà questa provincia al 67% di raccolta differenziata”, commenta il sindaco di Albinea Antonella Incerti, presidente dell’Assemblea Ato, per la quale “questo Piano considera la storia e l’esperienza di ciascun Comune, ipotizzando senza pregiudizi i modelli utili al conseguimento di un risultato virtuoso per tutto il sistema“.

Per l’assessore all’Ambiente della Provincia di Reggio Emilia, Mirko Tutino, “la definizione di un Piano unitario e coordinato che ci consenta di raggiungere e superare il 65% di raccolta differenziata in tre anni è un grande risultato, perché non è semplice unire realtà diverse condividendo sia gli obiettivi sia i percorsi tecnici per ottenerli”. “Ora si prosegue il confronto per concretizzare il Piano con i suoi passaggi attuativi – continua Tutino – Credo che la Provincia abbia esercitato quello che deve essere il suo ruolo: coordinare un sistema per raggiungere obiettivi virtuosi attraverso soluzioni condivise. Unendo il Piano all’avvio del percorso di localizzazione e progettazione del nuovo Tmb diamo inoltre una prospettiva più definita al ciclo-rifiuti dei prossimi decenni, investendo sulla raccolta differenziata e sul recupero e relegando lo smaltimento alla sola frazione non altrimenti riducibile”.

“L’approvazione del Piano d’ambito che consentirà il raggiungimento del 67,1% di raccolta differenziata nei prossimi tre anni è per noi fonte di grande soddisfazione e rappresenta un passaggio importante nel raggiungimento degli obiettivi posti dalla Comunità Europea – dichiara il sindaco di Reggio Emilia, Graziano Delrio – Il territorio reggiano si conferma, ancora volta, in grado di promuovere politiche coordinate e flessibili che, grazie al contributo dei cittadini e al loro grande senso di comunità, ci permettono di ottenere risultati ambiziosi ed importanti come quello raggiunto a Reggio Emilia, che con il suo 56,4% è il primo Comune oltre i 150.000 abitanti ai vertici delle classifiche nazionali per percentuale di raccolta differenziata”.

Per il sindaco di Reggio Emilia, inoltre, “la definizione di un Piano d’ambito che investe su raccolta differenziata, recupero dei materiali e riduzione a monte dei rifiuti, unitamente al percorso di progettazione e realizzazione di un sistema impiantistico di Trattamento meccanico-biologico, permetterà nei prossimi anni di mantenere una produzione di eccellenza nel sistema dei rifiuti”.

















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