Anticipare la fine del fermo pesca al 15 settembre, attivare bandi per piccola pesca e vongolare, sviluppare piani interregionali di gestione dell’Alto Adriatico. Queste le richieste delle Regioni Emilia-Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia.
I tre assessori regionali alla Pesca Tiberio Rabboni, Franco Manzato e Claudio Violino hanno scritto al ministro per le Politiche agricole Saverio Romano per chiedere di avviare, subito dopo la pausa estiva, un tavolo permanente per dare presto una risposta concreta alle marinerie. Gli assessori chiedono, inoltre, al Governo di procedere nella strada per la creazione di un vero e proprio Distretto Alto-Adriatico, come soggetto nuovo per la riconversione e lo sviluppo della pesca. Questa, scrivono gli assessori, è “l’unica carta per voltare pagina” e “salvare le risorse ittiche del nostro mare Adriatico senza distruggere i comparti”.
“La recente ‘partita’ relativa al fermo pesca, che ha visto ancora una volta non comprese fino in fondo le esigenze specifiche e le proposte delle marinerie dell’Alto-Adriatico – sottolineano ancora gli assessori – ha dimostrato quanto sia importante rafforzare la capacità di interlocuzione tra i nostri operatori e il Ministero, con l’appoggio fattivo e responsabile delle Regioni”.
Rabboni, Manzato e Violino chiedono di superare di superare la fase di gestione delle “emergenze del brevissimo periodo” e di individuare, invece, “percorsi strutturati di rilancio dei comparti produttivi”. Come Regioni, aggiungono “siamo pronti, proprio sulla base del lavoro importante che stiamo facendo con i nostri pescatori, ad assumerci la responsabilità di proporre soluzioni anche molto impegnative. Ma non possiamo essere lasciati soli”.
In particolare le questioni sulle quali le tre Regioni chiedono di confrontarsi con il Ministero, così come emerso dai lavori delle Unità di Crisi e come chiesto anche dalle rappresentanze degli operatori, sono: la modifica del decreto che ha definito il fermo biologico, anticipandone la conclusione al 15 settembre; i nuovi bandi per l’arresto definitivo dei segmenti “piccola pesca” e “vongolare”; l’attivazione del Distretto Alto-Adriatico e la predisposizione di piani di gestione interregionali rapportati al contesto ambientale (tre, sei e dodici miglia) e per tipologia di licenza.