“L’acqua è un bene comune. Come tale deve essere accessibile a tutti, anche in situazioni di carenza idrica”. Parole di Giuseppe Carini, presidente Ugc (Unione generale coltivatori) affiliata alla Cisl di Reggio Emilia, nell’esporre problematiche ed eventuali soluzioni riguardo il deficit idrico reggiano.
C’è un problema acqua a Reggio Emilia?
“Dai dati del Piano territoriale di coordinamento provinciale (Ptcp) della Provincia di Reggio Emilia si evidenzia un deficit idrico. Quest’anno le intense piogge hanno lenito il problema, ma la stagione estiva è spesso caratterizzata dalla carenza di acqua e dalla difficoltà di poterne reperire abbastanza per tutti. Inoltre, per i torrenti è ora obbligatoria l’applicazione della norma per garantire il deflusso minimo vitale (cioè la quantità che serve per dare deflusso al torrente). Un esempio: in piena estate è così ridotta la capacità di prelevare acqua a fini irrigui alla stretta di Cerezzola. La maggior parte dell’acqua utilizzata a fini irrigui è prelevata da Po, e determina un costo elevato per il mondo agricolo”.
Chi ne risente di questa ‘sete d’acqua’?
“Principalmente il mondo agricolo e industriale, ma anche quello civile (se si pensa ad esempio che Iren preleva acqua per Parma da Enza). Ora, invece, la maggior parte dell’acqua utilizzata a fini irrigui è prelevata da Po per sollevamento meccanico, determinando un costo elevato per il mondo agricolo”.
Lei quali soluzioni propone?
“Il deficit idrico potrebbe essere superato con invasi a ridotto impatto ambientale nelle zone di alta collina. Questi potrebbero sopperire sia alle esigenze acquedottistiche, che irrigue, che di produzione di energia elettrica. In alternativa all’onerosa diga di Vetto la soluzione sono bacini plurimi in montagna, non credo alle cave per fini irrigui. Credo che la Provincia di Reggio Emilia e la Regione Emilia Romagna dovrebbero prendere in considerazione la costruzione di invasi per la produzione di energia elettrica ad impatto zero. Così facendo si avrebbe acqua a costo zero, acqua per produrre energia elettrica e acqua a fini acquedottistici anche per le province limitrofe. Il tutto con acqua di qualità e a costo ridotto. Sarebbe bene inoltre aumentare l’interazione tra ricerca e il mondo produttivo per favorire la produzione di energia ed evitare sprechi”.
Cosa ne pensa dei riutilizzi plurimi per l’irrigazione agricola? E per l’industria?
“Sono favorevole ai riutilizzi plurimi delle acque sia per l’agricoltura che per l’industria, ad un prezzo accessibile a tutti. L’acqua è una fonte rinnovabile che dovrebbe essere maggiormente sfruttata. Le normative nazionali sull’utilizzo delle acque prevedono il vincolo acquedottistico, attività agricola e attività industriale”.
Come è possibile utilizzare l’acqua per evitare sprechi?
“È indispensabile il rispetto, che si traduce nel chiudere i rubinetti quando non c’è necessità, oppure anche nell’utilizzare la strozzatura per ridurre l’uscita d’acqua”.