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Reggio, Statuto ateneo; Malavasi: “Enti locali compatti al voto”

Quella di astenersi, per gli enti locali, è stata una decisione sofferta che denota una non condivisione dello statuto così come approvato venerdì 22 luglio dal Consiglio di amministrazione e dal Senato Accademico del nostro Ateneo. Se l’Università non vuole essere autoreferenziale e se il Rettore vuole dimostrare di avere a cuore il futuro dell’Ateneo, che si configura, come correttamente previsto nei principi generali dello statuto, come un’Università a rete di sedi con una rappresentanza garantita per entrambe, è necessario e auspicabile un netto e chiaro ripensamento.

L’Università deve avere nei suoi organismi sia le rappresentanze di sede sia gli Enti locali. Gli Enti locali, essendo a elezione diretta, rappresentano tutti i cittadini ed è quindi giusto che loro stessi, quali primi interlocutori e protagonisti delle decisioni del e per il loro territorio, trovino rappresentanza e possano esprimersi sulle scelte strategiche dell’ateneo, quale polo indispensabile per la crescita e lo sviluppo delle competenze necessarie del nostro territorio, per la sua ripresa economica e per il rilancio delle sue imprese.

L’Università rappresenta un’eccellenza che a Reggio Emilia si è radicata soprattutto grazie al volere e agli investimenti degli Enti locali.

Non ci interessa solo sapere che, come ha annunciato il Rettore, “con i numeri attuali le Facoltà di Reggio vengono mantenute”, bensì ci interessa confrontarci e sapere quale sarà il futuro dell’Università, quali gli investimenti necessari che saremo chiamati a cofinanziare, quali strategie verranno messe in campo per continuare ad affermare, a radicare e a sviluppare la sede universitaria reggiana.

Siamo disponibili ad ogni confronto, compresa una ridefinizione degli obiettivi anche alla luce di una necessaria razionalizzazione delle facoltà a livello regionale, ma Reggio Emilia deve mantenere la sua dignità con un’identità chiara e una specificità ben definita.

Non convince l’interpretazione del Rettore il quale ha sostenuto che “sono passati gli anni in cui gli Enti locali si occupavano non solo di costruire sedi, ma anche di mettere denaro fresco, poiché oggi la Regione assolve a questo compito”. Non può essere questa la motivazione usata a giustificare un minor peso degli Enti locali nel Consiglio di amministrazione, che dovrebbe fare spazio, a suo parere, a figure in grado di garantire finanziamenti e risorse.

Spiace constatare come non ci sia resi conto che oggi non è più il tempo dell’autoreferenzialità. Il mondo è cambiato, le risorse finite, e se non riusciamo a governare insieme i processi, trovando le massime sinergie possibili e facendo squadra a vantaggio di un territorio, non tuteleremo né i cittadini né Reggio Emilia e non porteremo a casa risultati validi e convincenti.

Non è il tempo di eroi isolati e di mondi paralleli, è il tempo del confronto e dell’impegno comune per un obiettivo strategico e condiviso: Reggio Emilia non può essere una sede di serie b, ma, nella consapevolezza della storia e dell’importanza della sede di Modena, Reggio deve avere una sua sede con identità chiara, che possa diventare attrattore di giovani talenti e volano per la nostra economia.

(Ilenia Malavasi, Assessore provinciale all’Istruzione)

















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