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No dal Consiglio comunale modenese al referendum su piazza Matteotti

Sul progetto di ristrutturazione di piazza Matteotti non si farà un referendum popolare. È stata infatti respinta la proposta di delibera presentata in Consiglio comunale dai gruppi di minoranza per realizzare la “consultazione popolare a mezzo scheda dei residenti della Circoscrizione Centro storico”. A favore della delibera, illustrata in aula dal consigliere Adolfo Morandi (Pdl) hanno votato i consiglieri del Pdl, mentre Pd e Sinistra per Modena si sono espressi contro. I costi di realizzazione del referendum avrebbero dovuto essere coperti dai capitoli di spesa relativi alle indennità di carica dei consiglieri.

“Questa proposta di delibera deriva da una richiesta delle minoranze, secondo quanto previsto dal regolamento”, ha detto Morandi nel presentare il testo, aggiungendo: “Il progetto prevede la realizzazione in piazza Matteotti di un parcheggio sotterraneo, l’abbattimento di piante ad alto fusto e l’abbellimento della piazza con giochi d’acqua. È nato però subito un comitato che si oppone a questo intervento, in particolare con l’obiettivo di mantenere il verde pubblico. Credo che i residenti del centro – ha proseguito – dovrebbero avere la possibilità di esprimere democraticamente il proprio parere, e che questo dovrebbe essere vincolante”.

Nella maggioranza, il primo intervento è stato di Ingrid Caporioni (Pd), che ha dichiarato: “In questi anni, la Circoscrizione Centro storico si è impegnata decine di volte per presentare e discutere le proposte in assemblee aperte a tutti, non solo a chi vive in centro, che hanno visto la partecipazione anche di 500 persone. Delle osservazioni l’architetto Mario Botta ha tenuto conto modificando per ben tre volte il progetto”. Sempre per il Partito Democratico, il capogruppo Paolo Trande ha affermato: “La crisi della politica produce richiesta di democrazia diretta. L’iniziativa, ineccepibile dal punto di vista regolamentare, non risponde a una reale volontà dal basso e limita la consultazione ai soli residenti del Centro. Noi proponiamo – ha concluso – un sondaggio aperto a tutti i cittadini”. Giulio Guerzoni ha insistito sulla necessità per le minoranze di “alzare l’asticella” e “sfidare la maggioranza in una consultazione su tutta la città, cercando di convincere i cittadini sull’importanza di partecipare, sul metodo quindi, anche senza entrare nel merito della scelta, come giustamente ha fatto il consigliere Morandi”. Giancarlo Campioli ha sostenuto: “Rifiuto anch’io una concezione assemblearista e falsamente rappresentativa della democrazia. Chi governa assecondando le spinte egoistiche e corporative non fa gli interessi dei cittadini, i quali invece possono esprimersi nella scelta dei partiti e dei loro candidati”. L’assessore all’Urbanistica Daniele Sitta ha parlato di “sterile polemica politica”, affermando che “all’architetto Botta è stata chiesta la garanzia di una quantità di verde pubblico superiore a quello precedente. Sono state accolte le proposte dei cittadini e le osservazioni della Soprintendenza. Scomodare un referendum per una piazza – ha aggiunto l’assessore – significa non avere il senso della democrazia, e nemmeno il senso del ridicolo”.

Questi gli interventi della minoranza: Michele Barcaiuolo (Pdl), si è detto perplesso: “Le assemblee pubbliche – ha affermato – servono per informare, non per consultare i cittadini. Le critiche sono le stesse fatte al progetto di bilancio partecipativo: non si può pretendere che il parere di chi ha tempo di presenziare a un’assemblea valga di più di quello degli altri. Il sondaggio telefonico – ha aggiunto Barcaiuolo – è un rilancio al ribasso”. Sempre per il Pdl, Olga Vecchi ha dichiarato: “Da nessun intervento in quest’aula è uscita una proposta concreta. Noi – ha ribadito – abbiamo chiesto una consultazione diretta dei cittadini anche per arginare il fenomeno che sta nascendo dei tanti comitati di protesta. In questo modo la città si ingessa perché tutti i progetti si fermano”. Secondo Andrea Leoni “a questo punto non si capisce nemmeno perché fare il sondaggio telefonico: colleghi della maggioranza, volete sostenere fino in fondo la giunta o restare fedeli alla tanto sbandierata idea di partecipazione? Con le maggioranze blindate che avete, se la città è bloccata è colpa vostra”, ha concluso il consigliere.

Al termine del dibattito, il relatore della delibera Morandi ha replicato: “La proposta non ha alcun intendimento ostruzionistico o dilatorio rispetto al progetto. Se è vero che la maggioranza dei cittadini vi appoggia, il referendum, che si potrebbe fare in tempi brevissimi, ratificherebbe semplicemente la proposta della Giunta. Il progetto di una piazza o la terza linea dell’inceneritore – ha aggiunto – non sono cose di poco conto per i cittadini”.

 

















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