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Carcere di Modena, Maletti: a fine maggio ospitava 430 detenuti

“Secondo i dati forniti dalla direzione, la Casa circondariale di Sant’Anna ospitava, a fine maggio, 430 detenuti di cui 28 donne. Il Comune ha più volte segnalato il sovraffollamento alle autorità competenti e sollecitato la nomina di un garante regionale, per tutelare il personale e i detenuti”. Lo ha dichiarato l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Modena Francesca Maletti, rispondendo in Consiglio all’interrogazione di Maurizio Dori (Pd) sulla situazione del carcere Sant’Anna di Modena.

“L’indifferenza delle istituzioni mette a repentaglio l’incolumità degli operatori di polizia”, ha detto il consigliere Dori nel presentare l’interrogazione, ricordando che la ricettività dell’istituto è di 220 detenuti, estensibile fino a 409, con 168 agenti di Polizia penitenziaria. “L’organico previsto – ha proseguito Dori – è pari a 221, quindi c’è una carenza di 54 operatori, che comporta il ricorso a straordinari e la soppressione dei riposi. Inoltre – ha aggiunto il consigliere – il nucleo ‘traduzioni e piantonamento’ deve soddisfare le esigenze dei tre istituti della provincia, con circa 500 tra detenuti e internati”. Il consigliere ha ricordato il “mancato funzionamento della sala regia e dei sistemi di videosorveglianza nel carcere” e ha chiesto all’assessore lumi sulle eventuali risposte ricevute dal Ministero della Giustizia, valutando eventualmente “anche una raccolta di fondi tra i cittadini, per sanare anche in parte una situazione non accettabile”.

L’assessore ha proseguito affermando: “Vincoli nazionali di tipo normativo, finanziario e politico provocano questa situazione e grazie al coordinamento tra soggetti locali, dalle istituzioni al volontariato, cerchiamo di migliorarla”. Ha poi presentato alcuni dati: nel 2011 lo sportello per detenuti stranieri ha svolto 98 colloqui, mentre nel 2010 sono stati presi 1300 contatti per distribuire indumenti, 300 detenuti hanno partecipato a progetti di animazione e formazione e sono stati attivati 12 tirocini. “Dall’inizio dell’anno – ha aggiunto Maletti – ci sono stati 102 trasferimenti in uscita ma numerosi nuovi arrivi, quindi il numero degli ospiti è aumentato”. L’assessore ha chiarito poi che “c’è ancora carenza di organico, ma per il periodo estivo è stato previsto l’invio di personale in missione. Attualmente gli operatori espletano 30 ore di straordinario mensile con un solo riposo settimanale. Stando però ai dati forniti dalla direzione – ha aggiunto Maletti – in nessun caso è messa in pericolo la sicurezza dell’istituto o della scorta. Ora sono in corso lavori per fornire le celle di nuove docce, riteniamo invece discutibile la scelta di investire, anziché nell’adeguamento della struttura, nell’ampliamento. Quello che almeno chiediamo è che nel nuovo padiglione da 150 posti vengano trasferiti gli ospiti attuali e non sia aumentato il numero. Non ci sono state da parte del Ministero nuove assegnazioni di personale: dei 41 agenti promessi ne sono arrivati solo 31. Non ritengo infine opportuna – ha concluso l’assessore – una raccolta fondi tra i cittadini: farebbe ricadere su di loro il peso di una scelta politica che non è locale”.

Nel dibattito, Francesco Rocco (Pd) ha ricordato “le proposte del nostro partito, cioè: diminuire il sovraffollamento, incrementare il personale, proporre più misure alternative, più lavori di pubblica utilità, più formazione professionale. Regione ed enti locali – ha aggiunto Rocco – fanno la loro parte, ma il governo no”. Sergio Celloni, Mpa, si è detto “dubbioso. Sento parlare – ha detto – di solidarietà e di docce, ma se queste persone fossero oneste sarebbero sotto il Portico del Collegio. Credo dovrebbero lavorare per ripagare il costo del loro soggiorno. Non so quali condizioni ci siano a Modena, ma non credo sia Sing Sing”. Stefano Barberini, Lega Nord, ha dichiarato: “Il carcere di Sant’Anna non è sovraffollato per errore: non credo si debba pensare, a prescindere, di reintegrare le persone nella società. Spesso – ha detto – tornano a fare quello che hanno fatto prima. Bisogna pensare prima a quelli che, pur facendo fatica ad arrivare alla fine del mese, rispettano le regole”.

Il consigliere Dori si è detto soddisfatto della risposta, ma ha precisato: “L’arrivo a Modena di nuovi agenti risale a molto tempo fa, l’organico è immutato da più di un anno. Capisco le affermazioni dei colleghi, ma è la nostra Costituzione a parlare della necessità di recupero dei detenuti. Dopo l’indulto, soltanto il 20% è tornato in carcere e il restante 80% si è integrato perfettamente nella società. Inoltre – ha concluso – sono preoccupato per gli agenti: senza videosorveglianza non c’è sicurezza”.

L’assessore Maletti ha replicato: “Bisogna migliorare le condizioni di tutti gli operatori e tentare di ridurre la recidività. Nel nostro carcere ci sono molti detenuti che non sono originari della provincia di Modena: per pene superiori a cinque anni prendono la residenza qui, ma non hanno reti familiari e finisce che il Comune deve farsene carico. Inoltre, molti sono in attesa di giudizio e a volte proprio in carcere apprendono come commettere nuovi e più gravi reati. A causa di trasferimenti mancanti e organici sottostimati – ha concluso Maletti – il Comune sta intervenendo, in materia di vivibilità e di sicurezza, al posto di altri enti”.

 

















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