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Il vicesindaco di Castellarano riceve sei bambini del Sahrawi

Sei bambini del Sahrawi, accompagnati dalle loro famiglie ospitanti, sono stati ricevuti ieri in comune a Castellarano dal vice sindaco Paolo Iotti che li ha accolti salutandoli con alcune parole nel loro dialetto.

I bimbi, Labda, Nanna, Azza, Mohamed, Aisha e Chrifa, questi i loro nomi, sono ospiti dalla scorsa settimana di alcuni genitori del paese che hanno dato la loro disponibilità ad accoglierli perché possano incontrare i loro coetanei e seguire un percorso di visite e cure mediche.

A curare i dettagli organizzativi l’associazione “Jaima Sahrawi”, che da oltre 10 anni opera allo scopo di promuovere e diffondere la realtà culturale, politica e sociale di quel popolo e per attuare iniziative di solidarietà coinvolgendo enti pubblici, comunità locali e famiglie.

In totale sono 40 i bambini ospitati in provincia in questa estate, divisi tra i comuni di Castellarano, Gualtieri, Fabbrico e Scandiano.

Nel corso della permanenza a Castellarano, i piccoli sahrawi hanno avuto la possibilità di allacciare nuovi rapporti di amicizia con coetanei (sono ospiti del centro estivo del comune) e conoscere lingua e tradizioni locali. Hanno anche potuto essere sottoposti ad accertamenti e cure mediche, allontanarsi dal clima torrido del deserto, nutrirsi con alimenti freschi e variati, realizzare con i coetanei italiani percorsi educativi e didattici.

Il vicesindaco Iotti, dopo un messaggio di benvenuto in cui ha definito i bambini “ambasciatori di pace”, ha regalato un pallone ad ogni bimbo, auspicando che il sorriso del gioco sia sempre presente nei cuori e nelle loro vite, delle loro famiglie di origine e in quelle di adozione temporanea. Durante l’incontro, tenutosi in sala consiliare, il vicesindaco ha proposto, a nome dell’Amministrazione comunale, ai genitori e famiglie di costituirsi come associazione “Castellarano amici del Sahrawi”.

L’associazione reggiana di solidarietà con il popolo sahrawi ha impostato l’accoglienza su un percorso misto, sia in una famiglia che in una struttura organizzata. Questa modalità è molto positiva, perché permette ai bambini di instaurare un rapporto privilegiato con alcune famiglie senza rinunciare all’opportunità di condividere con i propri amici un’esperienza di gruppo.

“Jaima Sahrawi” considera questo modo di operare, pur impegnativo, un investimento sicuramente proficuo in termini quantitativi e qualitativi, che ha consentito, tra l’altro, di moltiplicare le opportunità di relazioni significative tra volontari italiani provenienti da realtà differenti.

















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