«Diciamo subito che l’analisi di Confindustria – sia nelle parole di Pietro Ferrari che in quelle di Emma Marcegaglia – è in gran parte condivisibile. La priorità vera – per il Paese e per Modena – è quella di tornare a crescere. E in questo imperativo c’è, implicitamente, anche la bocciatura secca di un governo che, dopo aver negato pervicacemente la gravità della crisi, continua ad affrontare l’emergenza a colpi di tagli e senza introdurre sostegno alcuno alla crescita.
Un governo che avesse autorevolezza e responsabilità di fronte alla crisi dovrebbe immediatamente detassare il lavoro e l’impresa prelevando risorse dalla rendita finanziaria, recuperare almeno una parte dell’evasione fiscale, rilanciare gli investimenti pubblici e privati anche attraverso lo strumento del project financing. Un compito arduo in condizioni normali che rischia di essere titanico per un governo scosso dagli scandali e da una radicale crisi di credibilità.
Per questo concordiamo anche sui rilievi che Ferrari e la Marcegaglia muovono nei confronti della politica che – soprattutto in frangenti così difficili – dev’essere la prima a dare il buon esempio, ed essere credibile di fronte ai cittadini e ai mercati. Il Pd ha avanzato le sue proposte sul riordino istituzionale e sui tagli ai costi della politica. Sono proposte serie, non demagogiche, che puntano a snellire le amministrazioni pubbliche e ad alleggerire i costi ridando efficienza ed efficacia all’azione di governo.
Per quanto riguarda Modena abbiamo già posto a suo tempo l’esigenza di riposizionare l’agenda politica sulle priorità imposte dalla crisi. Mi pare che siamo riusciti a lasciarci alle spalle i dibattiti sterili e a stabilire con chiarezza la strada da seguire per dare nuovo slancio al sistema Modena, con il concorso di tutti.
Vorrei però che fosse riconosciuto: a) il grande sforzo che questo territorio e questa Regione hanno compiuto in questi anni a sostegno della formazione, della ricerca e dell’innovazione e quindi delle imprese; b) la capacità della politica e delle istituzioni locali di tenere unite tutte le componenti della società di fronte alla gravità della crisi. E’ stato grazie a queste due azioni concomitanti, quindi non per caso, che il nostro territorio ha retto e – come hanno riconosciuto sia Ferrari che la Marcegaglia – ha anche buone possibilità di farcela. L’esatto opposto, a ben vedere, di quanto ha fatto il governo nazionale che proprio su scuola, università e ricerca ha concentrato i tagli più pesanti (giustamente criticati da Confindustria) mentre ha lavorato alacremente per dividere il sindacato e le parti sociali.
Tuttavia, parafrasando il titolo di un bel romanzo, noi sappiamo che “nessuno si salva da solo”, e questo vale anche per Modena. Oggi la vera emergenza è il drammatico vuoto di politica nazionale e l’impotenza di un governo ormai allo sbando. Un vuoto che va riempito al più presto per salvare l’Italia dal baratro e ridare finalmente speranza a un Paese che chiede di voltare pagina».