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Ad un docente di economia dell’Ateneo modenese il Premio “Eugene L.Grant”

Un economista dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia il prof. Carlo Alberto Magni ha avanzato una nuova teoria che rivoluziona le concezioni fino ad ora impiegate in letteratura scientifica per determinare il tasso di rendimento relativo a un investimento (finanziario, industriale, immobiliare, ecc.). Ora giunge per lui l’apprezzamento della comunità scientifica internazionale che attraverso la ASEE – American Society for Engeneering Education – gli ha voluto attribuire il premio intitolato alla memoria del prof. Eugene L. Grant, docente di Engineering Economy alla Stanford University di New York. Il riconoscimento gli è stato consegnato pochi giorni fa nel corso del convegno annuale della ASEE a Vancouver (Canada) quale autore del miglior articolo pubblicato su “The Engineering Economist”, rivista scientifica, edita da Taylor & Francis, e, congiuntamente, dalla Engineering Economy Division della ASEE e dall’Institute of Industrial Engineers. La rivista è interamente dedicata allo studio della nozione di tasso di rendimento e dei processi di decisione relativi agli investimenti di capitale. Magni è il primo docente non americano che riceve il Grant Award.

“Mentre si è sempre creduto che un tasso di rendimento fosse associato ad un progetto di investimento, indipendentemente dal capitale investito, – ha spiegato il prof. Carlo Alberto Magni – nel paper dimostro che un tasso di rendimento è necessariamente (implicitamente o esplicitamente) associato ad un capitale. In altri termini, non c’è una relazione (bi)univoca tra progetto e tasso di rendimento. Quest’ultimo è determinato solo nel momento in cui è determinato il capitale investito, e questa determinazione dipende sia dal tipo di investimento in esame (progetto industriale, portafoglio finanziario, azienda ecc.) sia dal tipo di informazione desiderata (rendimento sul capitale complessivo, sul capitale iniziale, sul capitale di mercato, sul capitale contabile ecc.). La soluzione da me proposta è così generale che ogni definizione passata e futura di tasso di rendimento si configura come un caso particolare della mia nozione. In particolare, essa ricomprende in sé anche il Tasso Interno di Rendimento (TIR), che è stato unanimemente accolto come tasso di rendimento per antonomasia, fin da quando è stato concepito (dagli economisti Irving Fisher nel 1930, Kenneth Boulding nel 1935, e John Maynard Keynes nel 1936). Il TIR è utilizzato ogni giorno da milioni di persone nonché insegnato in tutti i corsi di economia, business e management del mondo. Esso presenta molti problemi teorici e pratici: può non esistere, può esisterne più di uno, è inaffidabile nella scelta degli investimenti (perché incompatibile con altri criteri di scelta considerati razionali quali il criterio del Valore Attuale Netto e il principio di arbitraggio), è inconciliabile con i tassi derivati da dati contabili, non è in grado di segnalare l’eventuale perdita dell’intero capitale investito. Tutti questi problemi, studiati fin dagli anni Trenta, sono risolti nell’alveo della mia teoria”.

I temi che il docente modenese, che insegna alla Facoltà di Economia “Marco Biagi”, ha approfondito nel suo lavoro, e complessivamente nelle sue ricerche più recenti, propongono di fatto l’introduzione di una nuova teoria relativa alla nozione di tasso di rendimento e al rapporto tra le nozioni di tasso, capitale e investimento, introducendo un indice-funzione chiamato Average Internal Rate of Return (Tasso Interno Medio) che rappresenta di fatto una modifica radicale della concezione attualmente esistente in economia: dal punto di vista teorico, il risultato fondante è che il tasso di rendimento di un progetto multiperiodale non dipende in alcun modo dai movimenti di cassa (entrate ed uscite) di un investimento, ma dal capitale investito; dal punto di vista computazionale, non è più necessario risolvere un’equazione polinomiale per ricavare un tasso di rendimento, ma è sufficiente dividere il rendimento complessivo per il capitale investito.

La teoria proposta dal docente modenese è generale e immediatamente applicabile a qualsiasi settore economico e utilizzabile per la risoluzione di qualsiasi problema che presupponga la determinazione di un tasso di rendimento. La semplicità dell’applicazione rende del tutto inutile la presenza di un software dedicato per la risoluzione di equazioni: basta una semplice calcolatrice tascabile per calcolare il tasso di rendimento desiderato. .

Carlo Alberto Magni. Dopo aver conseguito la laurea con lode in Economia presso l’Università degli studi di Modena nel 1989, ha proseguito la sua formazione con un Master in Business Administration all’Università di Torino e un dottorato in Matematica applicata ai problemi economici all’Università di Trieste. Dal 1995 è stato chiamato come ricercatore all’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia e dal 2005 è professore associato, docente di Matematica e Matematica Finanziaria e attuariale, attivo presso il Dipartimento di Economia Politica. È autore di oltre cinquanta articoli pubblicati su riviste scientifiche nazionali ed internazionali. È membro del CEFIN- Centro di ricerca Banca e Finanza, dell’EAA – European Accounting Association, dell’AMASES – Associazione per la matematica applicata alle scienze economiche e sociali.

American Society for Engineering Education (http://www.asee.org). L’associazione, fondata nel 1893, conta quattordicimila iscritti circa e si avvale della partnership di aziende internazionali tra cui IBM, Hewlett Packard, Mathworks, Siemens, Bosch, National Instruments, Dassault Systemes, Autodesk, Quanser, NCEES, Infosys. Lo scopo dell’ASEE è quello di promuovere l’eccellenza nella ricerca e nell’istruzione nel settore engineering e favorire la collaborazione tra industria e accademia.

















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