Sei persone straniere, ospitate a Modena nell’ambito del piano di intervento proposto dal Governo per rispondere all’emergenza dovuta all’importante esodo di persone dai Paesi del nord Africa, sono state allontanate da un alloggio in via Nazionale per Carpi ed è stato loro precluso l’accesso all’edificio. Il provvedimento, adottato qualche giorno fa, è stato reso necessario a seguito di alcuni comportamenti inadeguati, come quello di dare ospitalità a persone non autorizzate.
Dal 15 aprile, data di avvio del piano nazionale cui contribuiscono Protezione Civile, Regioni, Province e Comuni, ad oggi nella città di Modena sono state accolte 71 persone di diverse nazionalità, di cui 47 ancora presenti negli alloggi assegnati dall’Amministrazione. I locali individuati sono quattro appartamenti comunali non utilizzati in vista della manutenzione straordinaria in programma per il prossimo autunno e ospiteranno per sei mesi i profughi accolti in città.
Attualmente è in corso il ripristino dell’alloggio sgomberato che a breve sarà nuovamente attivo per dare risposta a nuovi arrivi di profughi. La Polizia municipale ha attivato, inoltre, controlli periodici per verificare che le persone allontanate non soggiornino nelle aree comuni dell’edificio, come il cortile e il giardino.
“La maggior parte delle persone finora ospitate si sono inserite nel nuovo contesto senza troppe difficoltà, ma in alcuni casi può succedere che qualcuno adotti comportamenti non in sintonia con le regole del luogo in cui viene accolto”, spiega Francesca Maletti, assessore alle Politiche sociali, sanitarie e abitative del Comune di Modena. “In via Nazionale per Carpi si è verificata una situazione complessa che ha visto alcuni ospiti comportarsi in maniera inaccettabile, per questo si è provveduto a sgomberare uno degli alloggi”, prosegue. “Da un lato è importante garantire l’accoglienza delle persone bisognose che fuggono da difficili realtà di guerra e, spesso, da situazioni drammatiche; dall’altro è fondamentale far capire che ci sono regole da rispettare e che è necessario un positivo inserimento nel nostro contesto sociale”, sottolinea Maletti, che aggiunge inoltre: “Riconosciamo lo sforzo e la disponibilità dei vicini di casa che si sono dimostrati capaci di distinguere tra le persone che si sono inserite senza difficoltà e quelle che invece hanno adottato comportamenti inadeguati. A loro – conclude – un ringraziamento per aver compreso l’importanza di aiutare chi è stato costretto a fuggire dalla guerra”.