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Confartigianato E-R: sale l’export dell’Emilia Romagna. Terza in Italia

Mentre stenta a ripartire il mercato interno è l’export a dare soddisfazioni alle piccole e medie imprese italiane, secondo una rilevazione condotta dall’ufficio studi di Confartigianato, infatti, nel 2010 l’export è cresciuto del 15,7% rispetto al 2009. In questo quadro spicca il contributo dell’Emilia Romagna, che conferma il proprio ruolo di primo piano nell’economia nazionale piazzandosi al terzo posto per il valore delle esportazioni, dopo Lombardia e Veneto.

Complessivamente lo scorso anno sono volati nel mondo prodotti manifatturieri per un valore di 332.240 milioni di euro, con un aumento del 15,7% rispetto al 2009. Il 56,9% dei nostri prodotti ha raggiunto i mercati dell’Unione Europea, dove le vendite hanno fatto registrate una crescita del 14,9%, e il restante 43,1% è stato venduto nel resto del mondo, con un aumento del 16,7% rispetto al 2009. I migliori mercati sono Turchia, Cina, India, Russia e Stati Uniti.

Si distinguono per dinamicità le regioni del Nord: sul gradino più alto del podio vi è la Lombardia che lo scorso anno ha esportato prodotti made in Italy per 91.546 milioni di euro (il 28,4% del totale). In pratica, la Lombardia, da sola, nel 2010 ha invaso i mercati esteri più di quanto abbia fatto tutta l’Irlanda. Segue il Veneto con 44.264 milioni di export (13,7% del totale Italia), vale a dire tre volte più delle esportazioni realizzate lo scorso anno dalla Grecia. Terzo posto in classifica per l’Emilia Romagna con 41.136 milioni di euro (12,8%), un dato significativo se si pensa che tutta l’Algeria, nel 2010, ha esportato merce per 41.638 milioni. Quarto posto per il Piemonte (33.754 milioni, pari al 10,5% del totale) e in quinta posizione la Toscana (25.926 milioni pari all’8% del totale dell’export italiano). Complessivamente queste 5 Regioni coprono il 73,4% delle esportazioni italiane nel 2010. In recupero le Regioni del Sud. Nel 2010 infatti, la Sardegna ha fatto registrare un aumento del 58,6% dell’export di prodotti manifatturieri e la Sicilia ha visto una crescita del 48%, seguita dal Lazio con +27,4%.

Nella classifica a livello provinciale ‘brilla’ Milano che ha portato sui mercati esteri il 10,4% del totale dei beni esportati dall’Italia nel 2010. Con un valore di 33.030 milioni di euro, il capoluogo lombardo ha esportato in un anno poco meno di quanto abbia fatto tutto il Portogallo. Al secondo posto Torino con 16.182 milioni di euro (5,1% del totale), superiore al totale dell’export 2010 della Grecia. Medaglia di bronzo per Vicenza che con 12.838 milioni di euro, pari al 4% del totale dell’export italiano, ha esportato più dell’Intera Tunisia. La provincia di Bologna ha esportato beni, nel 2010, per 9.526 milioni di euro, superando gli 8.906 esportati dall’intera Croazia; Ferrara ha fissato il valore delle merci esportate a 1.742 milioni, Forlì Cesena a 2.294, Modena 9.080, Parma 4.859, Piacenza 1.968, Ravenna 2.898, Reggio Emilia 7.277, Rimini 1.491.

La tendenza positiva del 2010 viene in parte confermata nei primi mesi di quest’anno. Nel primo bimestre 2011 si registra una crescita del 21,2% delle esportazioni rispetto allo stesso periodo del 2010. Particolarmente robusta la crescita dell’export nei Paesi extra Ue (+27,4%), rispetto al +17,2% fatto registrare nelle vendite sui mercati europei. Tra i nostri migliori ‘clienti’ spicca la Turchia, dove a febbraio 2011 le vendite dei prodotti made in Italy sono aumentate del 41,4% rispetto a febbraio 2010, i Paesi del Sud Est asiatico (+36,8%), la Cina (+35,5%), la Russia (+31%), la Germania (+24,1%). Battuta d’arresto invece per l’export verso il Nord Africa, dove nei primi tre mesi del 2011 le vendite di beni made in Italy sono calate del 6,4%, pari ad una diminuzione in valore di 186 milioni di euro.

I beni più richiesti nel primo bimestre 2011 sono quelli del settore metalli (+33% rispetto ai primi due mesi 2010), seguiti dai prodotti chimici (+22,7%), apparecchi elettrici (+18,4%), mezzi di trasporto (+17,3%), gomma e materie plastiche (+14,9%), prodotti tessili e dell’abbigliamento (+14%), prodotti alimentari (+12,4%).

«Questi dati – spiega il Presidente di Confartigianato Emilia Romagna Marco Granelli – sono la dimostrazione che la vera qualità trova ancora spazio sui mercati internazionali, soprattutto se si tratta di prodotti made in Italy realizzato in larga parte da piccole e medie imprese. Ottima la performance dell’Emilia Romagna che si conferma come una delle regioni più attive sui mercati esteri. Sono dati che devono spingere le istituzioni ad affiancarci maggiormente nelle missioni all’estero, aiutandoci a fare massa critica».
















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