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Accordo triennale tra il Piccolo Teatro di Milano e la Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto

Dopo l’importante successo in Germania con la prima mondiale di “Le Sacre” al Festspielhaus di Baden-Baden, è stato posto un tassello importante nelle strategie della Fondazione Nazionale della Danza. Si tratta di un accordo triennale tra il Piccolo Teatro di Milano e la Fondazione Nazionale della Danza, che porterà l’Aterballetto a esibirsi nel teatro milanese per tre settimane all’anno, per tre anni consecutivi con altrettanti differenti programmi. Nel 2012, saranno in programma “Romeo e Giulietta” di Bigonzetti, una settimana dedicata a due balletti su musiche di Stravinski e infine “Absolutely Free”, uno spettacolo particolarmente destinato ai giovani. Ancora in fase di definizione i programmi relativi a 2013 e 2014, mentre già è stata anticipata la volontà di realizzare uno spettacolo pensato per l’Expo 2015.

L’accordo è stato presentato questa mattina a Bologna, nella sede della Regione Emilia-Romagna, presenti i protagonisti dell’accordo e Massimo Mezzetti, assessore regionale alla Cultura.

“Salutiamo con orgoglio questa collaborazione – ha commentato l’assessore Mezzetti – che nasce a prescindere dalle difficoltà economiche in cui versa il settore culturale in Italia. Il reintegro del Fus ci ha fatto tirare un sospiro di sollievo, ma i timori non sono cancellati e anzi è molto probabile che il prossimo anno vada a reiterarsi la situazione già vissuta. In ogni caso questo progetto va nella direzione giusta, guardando con ottimismo a un futuro in cui la cultura, e con essa la danza che è sempre a torto considerata l’ancella delle attività espressive di carattere teatrale, possa essere finalmente trattata come ciò che è, cioè una risorsa e un volano per l’intera economia”.

“Una grande Istituzione teatrale europea e la principale Compagnia italiana di balletto contemporaneo – dice Giovanni Ottolini, direttore generale della Fondazione Nazionale della Danza – hanno scelto di collaborare con la formula della ‘residenza’ triennale 2012/14, che consentirà di proporre ogni anno al Teatro Strehler il best of Aterballetto accanto alla più riconosciuta coreografia italiana. E’, credo, la prima volta che il più importante teatro Stabile italiano si apre ad una partnership con una struttura di danza ,di impianto produttivo e stilistico europei, com’è da sempre Aterballetto. L’invito di Sergio Escobar ad unire due eccellenze è una concreta risposta alle difficoltà di questa fase, investendo sulla danza italiana. E’ un risultato che costituisce un indubbio riconoscimento della qualità del lavoro artistico-produttivo della nostra Fondazione che si affianca positivamente ai riconoscimenti conquistati in campo internazionale”.

Anche il presidente della Fondazione Fabrizio Montanari dichiara la propria grande soddisfazione per questo accordo e auspica che possano nascere progetti anche in vista dell’expo 2015 e Cristina Bozzolini, direttore artistico della Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto afferma che “l’importante, organica collaborazione che si definisce con il Piccolo Teatro di Milano, permetterà di offrire, in un prestigioso Teatro, in una grande città, a un pubblico competente e disponibile, una serie di produzioni coreografiche assai differenziate per stili, linguaggi e contenuti. Una bellissima opportunità a Milano, sul palcoscenico di un’istituzione protagonista della cultura teatrale, italiana ed internazionale, degli ultimi decenni, per offrire un panorama della migliore cultura coreutica contemporanea”.

“L’accordo triennale tra il Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa e la Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto – ha detto Sergio Escobar, direttore del Piccolo Teatro Milano–Teatro d’Europa – va ben oltre il “fare sistema” – formula invocata in periodi di crisi – tra due istituzioni di rilevanza internazionale. Portando la grande danza a Milano per tre settimane, a partire dalla prossima stagione teatrale, il primo Stabile italiano e il più famoso ensemble di danza contemporanea del nostro Paese sperimentano un modello operativo basato su professionalità e qualità artistica, che si propone di rispondere anche alle richieste di un pubblico sempre più preparato, sempre più giovane e attento ai linguaggi interdisciplinari”.
















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