Per il Partito democratico il contrasto alla violenza sulle donne è una “priorità politica”. Lo stabilisce un ordine del giorno approvato ieri sera dalla direzione provinciale del Pd di Modena. Anche in provincia di Modena la violenza sulle donne – si legge nel documento – rimane ancora poco conosciuta e largamente sottostimata. I dati ufficiali della Questura indicano una preoccupante recrudescenza del fenomeno della violenza sulle donne e un’aumentata consapevolezza delle donne italiane e straniere che, sempre più spesso, trovano il coraggio di denunciare. In crescita anche i dati presentati dal Centro antiviolenza e dall’associazione Donne e giustizia. Aumentano nella nostra provincia anche i casi di femminicidio. Due nel 2010 e già due in questi primi quattro mesi del 2011. Ultimo, in ordine cronologico, quello di Maria Cibele, cinquantenne brasiliana uccisa con un colpo di pistola alla tempia dal suo compagno.
La Direzione provinciale sollecita quindi le istituzioni a potenziare e a sperimentare nuove azioni volte a contrastare la violenza sulle donne. Alle Asl si chiede di “consolidare e aggiornare una politica sanitaria che si faccia carico del supporto e della cura dei soggetti violenti e delle vittime di violenza”. Al tempo stesso si chiede alle istituzioni di “concertare maggiormente, con gli organismi che tutelano l’ordine pubblico, strategie di accoglienza della denuncia della violenza subita, per rendere meno traumatico il percorso che la donna si trova ad affrontare”.
Il documento sottolinea inoltre la necessità di “intensificare il collegamento fra scuola, Università, servizi territoriali e consultori per adolescenti”; potenziare le azioni messe in campo dal Tavolo contro la violenza alle donne istituito presso la Prefettura; “rafforzare i percorsi di autonomia psicologica ed economica delle vittime di violenza” attraverso i servizi per l’accoglienza e l’inserimento sociale delle vittime.
La direzione Pd invita infine i parlamentari a “promuovere azioni politiche per il ripristino dei fondi necessari ai Centri antiviolenza” e a sostenere una legge quadro sulla violenza che preveda un inasprimento delle pene e metta in campo azioni efficaci di “educazione, prevenzione, sostegno delle vittime e recupero degli uomini responsabili delle violenze”.