Ancora numeri in quantità dal PD, sulla scuola. Ancora terrorismo come negli ultimi tre anni. Si prova a lucrare forse un vantaggio in termini di consenso “solleticando” le paure dei genitori per i loro figli. Ma questo temo non sia onesto, visto che gli anni scolastici sono ricominciati, e non hanno mai portato i disastri preannunciati. C’è una difficoltà economica dello Stato Italiano, dovuta alla crisi, e alla crescita della spesa in ogni settore, avvenuta anche sotto i Governi di sinistra.
E’ irresponsabile far credere che si possa ottenere un risanamento dei conti senza mai dire dove tagliare, e dove risparmiare. Fino ad oggi abbiamo sentito dire da sinistra dove NON tagliare, adesso sarebbe ora di dire dove farlo. Infine su Spilamberto, credo che le famiglie giustamente fanno presenti le loro preoccupazioni, che il PD le usa a suo uso e consumo, dimenticando che a Vignola, per diversi mesi è stato tagliato il servizio scuolabus per i bimbi della scuola dell’infanzia per mancanza di fondi, e che mentre a Modena si pensa di togliere le stoviglie usa e getta, nell’Unione Terre di Castelli, di sono reinseriti per risparmiare, in barba alle politiche “green”. E’ evidente che parlare è più facile che scegliere, e un po’ più di responsabilità da parte di tutti, sarebbe auspicabile.
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La FIOM dovrebbe ammettere l’errore sulla firma del contratto
Forse la FIOM pensa di poter lanciare il sasso e poi nascondere la mano: ha vinto una causa, e ora però non ne vuole le conseguenze. Se si ritiene che un contratto non vada bene, se non lo si firma, se si impugna davanti alla magistratura competente, poi non si può dire che invece gli aumenti di salario che da esso derivano invece hanno valore.
Insomma: i diritti si, i doveri no. Non funziona così, e questo voglio dirlo a chiare lettere. E come la Fiom e la CGIL hanno fatto di tutto per screditare le altre sigle in occasione dei referendum FIAT recenti, accusandoli di collusione, di essersi venduti, e creando il clima attuale verso questi sindacati, ora non possono lamentarsi se una loro iniziativa si rivela dannosa piuttosto che vantaggiosa per i loro iscritti. E non possono lamentarsi se le altre sigle sindacali, che pur non sorridendo, hanno deciso che quella firma era il minore dei mali, ora rivendicano il fatto che in quell’accordo non c’erano solo sacrifici, ma anche vantaggi, e che chi ne ha goduto, non riconoscendo l’accordo oggi dovrebbe restituire quanto, evidentemente, non spettava. Se si gioca una partita dura e legittima – e questo ha fatto la CGIL – poi non ci può lamentare delle ruvidezze altrui.
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CGIL su Hera entra in questioni aziendali che non la riguardano
Siamo al delirio d’onnipotenza: la CGIL vuole dettare legge in casa d’altri. Nessuno critica infatti l’iniziativa dello sciopero del 6 di maggio, ma un’azienda dovrebbe per questo fermarsi e non prevedere alcuna iniziativa lavorativa in ossequio allo sciopero?
Vorrei ricordare alla CGIL che la vita va avanti: anche se loro indicono uno sciopero, è diritto di un’azienda prevedere attività lavorativa. Se poi al momento di svolgere tale attività non ci saranno i dipendenti perché impegnati nello sciopero, l’azienda ne prenderà atto. Ma nel frattempo se vuole può organizzare tutta l’attività lavorativa che vuole. Se per i dipendenti sarà più importante invece partecipare ad una assemblea aziendale piuttosto che astenersi per aderire allo sciopero, sarà CGIL a doverne prendere atto.
(Avv. Luca Ghelfi, Consigliere provinciale – PDL)