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Dal libro di Eliseo Baroni 7000 euro all’Associazione Angela Serra

“Desideriamo ringraziare, anche a nome del Consiglio Direttivo, per il contributo devoluto a favore dell’Associazione Angela Serra per la ricerca sul cancro in occasione del libro di Eliseo Baroni. La donazione sarà finalizzata a potenziare la ricerca oncologica a Modena”. Sono queste le parole con cui l’Associazione ringrazia la Incontri Editrice per quanto raccolto con la vendità del libro “Il Serpente non morde l’anima; appunti di vita con uno scomodo compagno di viaggio”. L’importo complessivo supera i 7.000 euro. Sono state portate a compimento quindi le volontà di Eliseo Baroni, il noto giornalista scomparso lo scorso Dicembre.

Brevi recensioni del libro.

“Leggo con grande coinvolgimento il libro di Eliseo. Riconosco da subito il suo modo di esprimersi: quasi mi sembra di sentire la sua voce narrante e quella melodiosa calata emiliana resa ancor più marcata dalla citazione del termine dialettale o dal ricorso ai modi di dire di quelle terre. Personaggi, luoghi ed episodi scorrono tra ricordi, ironie e osservazioni a formare un affresco scoppiettante, variopinto e condiviso da quanti hanno vissuto anche con entusiasmo e comunque con gli occhi aperti – azzurri come quelli di Eliseo – i decenni successivi alla guerra, il boom economico, la trasformazione di quell’area emiliana da contadina a industriale e post-industriale, il mutare delle culture e soprattutto del modo di stare insieme. Una curiosità senza limiti per le cose che lo circondano e, quindi, la varietà degli interessi – fra questi, non secondarie, la passione per la musica e l’amore per la lettura – compongono il substrato della testimonianza di Eliseo, che nella consapevolezza delle proprie radici e nell’armonia degli affetti più cari trova le condizioni per affrontare la sfida più difficile”.

Stefano Moscadelli, direttore del Centro Studi “Fabrizio De André” Università degli Studi di Siena

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“Ho conosciuto Eliseo Baroni in quel luogo di grande socializzazione e gioiosa convivialità che è stata ed ancora è Ca’ Telleri, a Morano, quando Eliseo e Walter Telleri lavoravano insieme alla Provincia di Modena. Ne è nata un’amicizia preziosa. E, come spesso è accaduto nella mia vita di fotografo, con l’amicizia sono arrivati anche i progetti, la voglia di capire e indagare un territorio, alimentata e nutrita da fini conoscitori delle sue realtà. Abbiamo lavorato molto insieme, io, Eliseo e il gruppo di amici sassolesi. Per un decennio, fra gli anni ’80 e i ’90, ho visitato assiduamente l’Appennino, i suoi Comuni, le sue montagne, per servizi giornalistici, indagini e racconti. Eliseo mi introdusse allora nella complessità di una campagna che si era fatta industriale, spiegandomi i cambiamenti nel tessuto sociale, nella cultura e nel paesaggio: il ciclo di produzione, l’arrivo degli immigrati dall’Irsinia e dalle montagne reggiane, la fine della miseria, la fuga dalla campagna, il primo benessere, la svolta generazionale che vedeva i figli dei contadini studiare e abbracciare nuove professioni e nuovi destini. Via via che raccontava per farmi entrare nelle varie problematiche, mi accorgevo che quel racconto era anche il suo, era parte di una storia vissuta, quella di un montanaro ombroso, che con l’emigrazione si dischiude alla solarità della pianura, diventa giornalista e per decenni, con ironia e cultura, non smette di ragionare sulla sua terra, sui suoi cambiamenti e la sua identità”.

Uliano Lucas, fotoreporter
















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