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Montecagno: procedono i lavori,‘ora si muova il Governo’

Procedono i primi lavori urgenti in corso a Montecagno, la frazione di Ligonchio da quest’inverno minacciata da un imponente movimento franoso. Sabato, mantenendo fede all’impegno preso a febbraio nel corso di un sopralluogo compiuto insieme all’assessore regionale alla Protezione civile, Paola Gazzolo, la presidente della Provincia Sonia Masini si è infatti recata nuovamente a Montecagno. Dopo che l’assessore Mirko Tutino e i vertici della Protezione civile della Provincia, Federica Manenti e Luciano Gobbi, hanno verificato lo stato di avanzamento dei lavori, la presidente Masini – insieme al sindaco di Ligonchio, Giorgio Pregheffi , e a Gaetano Sartini, responsabile del Servizio tecnico di bacino (ex Genio civile) di Reggio – ha incontrato gli abitanti.

“La fase di palificazione è ormai a buon punto e sta per essere ultimata la posa di una quarantina pali, di un metro di diametro e venti di profondità, che verranno poi collegati da una trave in cemento lunga circa 50 metri e larga due metri e mezzo che sarà fermata con tiranti e sulla quale sorgerà muro in cemento armato di contenimento – ha spiegato la presidente Masini – Successivamente verranno realizzati anche diversi pozzi di drenaggio per asciugare l’intero fronte”.

A Montecagno la Provincia si è mossa a gennaio, su segnalazione del Comune di Ligonchio, attivando immediatamente la Regione ed il Servizio tecnino di bacino ed inserendo l’emergenza tra le priorità provinciali. “Siamo riusciti a raccogliere subito, da varie fonti, circa 280.000 euro per questa prima fase di lavori finalizzati ad arrestare il movimento franoso che sta già interessando parte dell’abitato – ha ricordato la presidente della Provincia – Il progetto, ben più ampio, messo in campo dal Servizio tecnico di bacino mira al consolidamento dell’ intero versante ed ha un costo stimato di 1,8 milioni. E’ una cifra che Provincia e Regione non possono certo garantire, per questo è indispensabile che il Governo faccia la propria parte dimostrando maggiore attenzione alla messa in sicurezza del nostro territorio. Siamo in attesa di una risposta concreta da parte del Ministero dell’Ambiente, che ha già ricevuto il progetto, e che ci auguriamo comprenda la necessità di salvaguardare una frazione del nostro Appennino ancora ‘viva’, abitata da una cinquantina di persone che d’estate diventano almeno 200”.

















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