“Ritengo che il modo migliore di ricordare il neuropsichiatra Giovanni Bollea sia continuare a tradurre in fatti e pratiche i suoi insegnamenti, facendoli ‘filtrare’ nei nostri strumenti di lavoro: scelte di bilancio, accordi di programma per l’integrazione degli alunni disabili nelle scuole, formazione degli operatori, supporto alla documentazione e alla organizzazione didattica. Non verrà meno il nostro impegno civile ed economico per la messa in campo di buone pratiche a supporto della salute mentale nell’infanzia e nell’adolescenza”.
Lo ha affermato l’assessore comunale all’Istruzione Adriana Querzé in Consiglio comunale rispondendo all’interrogazione dei consiglieri Federico Ricci (Sinistra per Modena), Paolo Trande e Luigi Alberto Pini (Pd) “Ricordo di Giovanni Bollea”, trasformata in interpellanza.
In particolare, i consiglieri hanno chiesto come la città di Modena intenda ricordare la figura di Bollea, scomparso recentemente all’età di 97 anni e contribuire allo sviluppo dell’ultimo sogno incompiuto del professore di fondare anche in Italia la Psichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza. “Bollea ha speso la propria vita al servizio della medicina, in particolare nel campo della neuropsichiatria infantile di cui è considerato unanimemente il fondatore in Italia”, ha detto Ricci presentando l’interrogazione. “Ha dato dignità ad una disciplina composita, nata con l’intento di assistere e curare i più deboli; è stato lungimirante nel tracciare i fondamenti di ciò che attualmente definiamo salute mentale e, in questo senso, è stato un ricercatore e un vero clinico, sempre attento alla persona più che alla malattia, ponendo l’accento sulla cogenitorialità; ha introdotto, primo in Italia, la psicoanalisi, la psicoterapia di gruppo, il lavoro d’equipe nell’ambito che oggi denominiamo neuropsichiatria infantile”, ha aggiunto il consigliere.
“Sappiamo che i tempi che attraversiamo non sono facili per risorse calanti, difficoltà economiche di enti locali e dei servizi di neuropsichiatria pubblici delle nostre Ausl – ha proseguito Querzé – tuttavia riteniamo che desistere dall’impegno e, soprattutto, non continuare sul solco tracciato rappresenterebbe davvero un arretramento sul piano sociale e civile oltre che la perdita di una delle eccellenze umane, che non fanno rumore e che non compaiono nelle classifiche di competitività dei territori, di cui proprio la nostra città deve invece essere orgogliosa”. L’assessore ha, in particolare, fatto riferimento a tra aspetti “centrali nel pensiero di Bollea, straordinariamente efficaci: l’integrazione dei saperi delle tante persone che, a diverso titolo, incontrano chi ha problemi di salute mentale; quindi insegnanti, medici, educatori e adulti in genere; la valorizzazione delle figure parentali come massimi esperti non di psichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza ma dei loro figli; l’attenzione alla persona, non alla sua malattia, che sposta il baricentro degli interventi da ‘cosa manca’ a ‘cosa c’è’ e restituisce la dignità agli individui aprendogli la strada delle potenzialità da sviluppare”. Querzé ha infine annunciato che “in uno dei prossimi convegni o confronti sarà riservata una sessione speciale all’approfondimento del pensiero e dell’opera del professore Giovanni Bollea”.
Pini è intervenuto per sottolineare come si sia “sviluppato in Italia un taglio lineare delle scuole di specializzazione; quella di neuropsichiatria infantile è stata ridotta a un’appendice di pediatria”. Il consigliere, in particolare, ha osservato che Modena, “è stata tra i primi territori in Italia a sviluppare questi servizi e presto ci troveremo con neuropsichiatri infantili senza preparazione psichiatrica. In futuro ciò causerà disagi significativi; spero che il ricordo di Bollea possa far cambiare idea in questo senso”.
Nella replica, il consigliere Ricci ha sottolineato l’importanza di “fare tesoro degli insegnamenti del professore”, ricordando il messaggio di cordoglio che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato alla famiglia di Bollea per la sua scomparsa: “Un grande scienziato e terapeuta, un grande educatore e comunicatore, un protagonista del progresso civile e democratico del nostro Paese: così merita di essere ricordato e onorato Giovanni Bollea, fondatore della neuropsichiatria infantile in Italia”.
Chiudendo il dibattito, l’assessore Querzé ha richiamato quanto affermato dal consigliere Pini e ha aggiunto: “Non ci sono solo ombre sul futuro, ma anche sul presente, dove viene messo in difficoltà lo stesso livello di efficacia degli interventi. Vogliamo continuare a investire in questo campo – ha concluso – sapendo che siamo all’interno di un percorso di resistenza, non di ampliamento di questi servizi”.