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Il Consiglio comunale di Modena si divide sul Bilancio Consuntivo 2010

La delibera sul bilancio consuntivo 2010, approvata in Consiglio comunale nella seduta di ieri, giovedì 28 aprile, è stata oggetto di un vivace dibattito.

“Basta leggere la relazione dei revisori per cogliere con preoccupazione gli elementi di negatività che sono sottaciuti dall’Amministrazione e quei difetti che si trascinano da tempo e a cui non viene data correzione, preferendo imputare al solo Governo le manchevolezze di questo consuntivo” ha affermato Eugenia Rossi, Idv. “I revisori attestano la conformità dei dati del rendiconto con quelli delle scritture contabili e, in generale, la regolarità contabile e finanziaria ma lanciano anche una serie di campanelli d’allarme”, ha aggiunto la consigliera, che nel suo intervento ha approfondito in modo dettagliato gli elementi del bilancio.

“Sulla base del consuntivo si pensa al futuro, ma qui non si vedono modifiche sostanziose su come viene impostata la spesa corrente e organizzata la macchina comunale”, ha commentato Adolfo Morandi, Pdl. “C’è la volontà di mantenere un’impostazione del passato; la quadratura avviene tramite il ricorso agli oneri di urbanizzazione, problematica seria che continua a perpetrarsi. Inoltre, si dà colpa al Governo mentre appare chiaro che i trasferimenti non sono diminuiti ma aumentati di 2 milioni e mezzo”. Sempre per il Pdl, in dichiarazione di voto, Gian Carlo Pellacani ha sottolineato che “il Patto di stabilità è motivato da una situazione economica spaventosa, è considerato uno degli strumenti principali per sanare il Paese e forse l’Italia sta reggendo anche per questo”. Il consigliere ha annunciato il voto contrario del Pdl “perché per uscire dalla crisi non si può continuare ad agire al di sopra delle proprie possibilità. Come faremo a sostenere il welfare attuale quando non ci saranno più le risorse? Bisogna iniziare a cambiarlo adesso per non ritrovarci domani in difficoltà”.

Vittorio Ballestrazzi, Modenacinquestelle.it, ha invitato i cittadini interessati a guardare il documento consuntivo 2010 così da capire “cosa è stato fatto e cosa no rispetto a quanto preventivato. Questo bilancio presenta criticità, ad esempio in ambito ambientale”, ha detto. “Nonostante il notevole sforzo di autopromozione della macchina comunale, ci sono grossi problemi per qualità della vita, dell’aria e della gestione dei rifiuti. L’Amministrazione è supina al volere di Hera che sembra dettare le politiche ambientali della città”.

Per il Pd, Gian Domenico Glorioso ha affermato che “i colleghi dell’opposizione non hanno ascoltato quanto detto dall’assessore, che non ha scaricato tutte le responsabilità sul Governo. Se si ha una visione diversa del federalismo fiscale non la si può tacere e se per cambiamento qualcuno intende una rinuncia al modello di Comune ‘sociale’ finché ci sarà al Governo della città questa maggioranza tale cambiamento non avverrà. Questo non significa che non si stia cercando di modificare la modalità di gestione dei servizi”. Paolo Trande, in dichiarazione di voto, ha inoltre aggiunto di non aver mai contestato “la necessità di intraprendere misure volte a risanare le finanze del Paese. Sappiamo che c’è un debito pubblico grande e sappiamo come è stato prodotto. Quello che si contesta è l’applicazione del Patto di stabilità e non si può continuare a dire che le responsabilità sono di Bruxelles, che ha richiesto solo il rispetto di alcuni parametri. Siamo soddisfatti del rendiconto dello scorso anno – ha aggiunto – perché c’è simmetria tra le scelte politiche fatte nel bilancio preventivo 2010 e quanto realizzato”.

Nel dibattito, è intervenuto anche il sindaco di Modena Giorgio Pighi, che ha sottolineato come il 2010 sia stato “un anno molto difficile per le condizioni economiche delle famiglie modenesi e ciò ha comportato effetti significativi sulla spesa per il sociale, l’istruzione e altro. Il bilancio consuntivo va quindi valutato in funzione della situazione cittadina”. Pighi ha inoltre osservato che “il Patto di stabilità nei confronti dei Comuni ben patrimonializzati e senza debiti, come Modena, fornisce all’Unione europea un dato non reale di indebitamento: il Comune ha, infatti, 9 milioni di euro di risparmi forzosi”.

















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