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Guerra in Libia, il Consiglio provinciale reggiano contro il Governo

Il Consiglio provinciale presieduto da Gianluca Chierici ha preso posizione ieri sul coinvolgimento del Governo italiano in Libia. I gruppi consiliari di Pd e Idv hanno presentato un ordine del giorno, discusso con urgenza e passato con la maggioranza dei voti, in cui hanno espresso “la propria contrarietà alla condotta del Presidente del Consiglio e del Governo italiano sulla questione libica”, ricordando che l’Italia, secondo l’articolo 11 della Costituzione, “ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.

La maggioranza in Consiglio provinciale “ritiene che, pur nella necessità di proteggere inermi popolazioni civili oggetto della ferocia dell’esercito di Gheddafi, le scelte adottate dall’Italia si sono dimostrate ondivaghe, contraddittorie e subordinate a quelle di paesi europei con rilevanti interessi economici nel Nord Africa”.

”È un invito al Pd a non salvare il Governo con il voto di fiducia del 3 maggio in Parlamento sull’intervento militare dell’Italia in Libia – ha detto Villiam Orlandini, consigliere del Pd – È evidente la difficoltà del Governo sulla politica estera ed emergono con forza i problemi tra Pdl e Lega. Forse la Lega cambierà idea come spesso ha fatto, ma resta in ogni cosa il fatto che la maggioranza in politica estera è nulla”.

Il dibattito

Angela Zini del Pd ha fatto notare che “se le organizzazioni internazionali impegnate per la pace hanno un senso, come gruppo di maggioranza crediamo che il Governo avrebbe dovuto cercare altre soluzioni sulla Libia”.

L’ordine del giorno è stato criticato dalla minoranza. Giuseppe Pagliani, capogruppo Pdl, ha proposto un correlato in cui ha espresso “il proprio sostegno alla condotta del Presidente del Consiglio e del Governo italiano avvallato e condiviso dal Presidente della Repubblica Napolitano, che ha pubblicamente dichiarato il suo parere favorevole”. “L’opposizione al Governo ha posizioni diverse dalla maggioranza che governa la nostra Provincia, pur essendo dello stesso colore – ha detto Pagliani – Sulla Libia siamo riusciti a cambiare la linea interventista di Francia e Usa, rendendo prioritario il coinvolgimento della Nato. Anche Napolitano ha appoggiato l’intervento”.

Il correlato è stato respinto a maggioranza, così come due emendamenti di Alberto Ferrigno, in cui il capogruppo di Rifondazione comunista ha chiesto un impegno dei “parlamentari reggiani a sostenere il 3 maggio, in Parlamento, una mozione finalizzata ad impedire l’intervento militare in Libia” ed in cui ha espresso “contrarietà alla condotta” di Napolitano, “intervenuto a sostegno dei bombardamenti in un momento critico per il Governo che ha visto defilarsi la Lega Nord”.

La Lega Nord ha respinto la discussione d’urgenza e ha deciso di non partecipare al voto. “Ho votato contro l’urgenza perché diventa difficile concepire i contenuti in questo contesto, visto che il centro-sinistra chiede di votare contro le stesse posizioni del Presidente della Repubblica – ha detto il consigliere leghista Romano Albertini – Per la Lega non si porta la democrazia con le bombe; siamo sempre stati contrari alle guerre appoggiate sia dal centro-destra sia dal centro-sinistra”. “Abbiamo deciso di non partecipare al voto su questo documento perché non dice nulla e non prevede nessun impegno – ha aggiunto il capogruppo Stefano Tombari – Non si possono discutere questi argomenti in Consiglio provinciale. Chiedo che a livello di Commissione si affronti una revisione dello statuto, è da ripensare l’articolo 16 che permette la discussione d’urgenza degli ordini del giorno”.

Per Mario Poli, capogruppo Udc, “conveniva che la maggioranza ritirasse questo ordine del giorno, controproducente per chi vuole far cadere il Governo. L’impegno con la Nato non ammette contenuti simili. Se si voleva criticare la politica estera del Governo, che è quasi da ‘Bagaglino’, bisognava trovare un altro modo, vista anche la posizione del Presidente della Repubblica”.

“Dato che ci sono problemi tra Lega e Pdl a livello nazionale sulla questione libica, mi aspettavo che l’ordine del giorno avesse un altro contenuto – ha detto Tommaso Lombardini, capogruppo Fli – Se Pd e Idv volevano mettere in crisi i gruppi consiliari di Pdl e Lega, con questo ordine del giorno non ci sono riusciti. Al Governo andava contestata al massimo la mancanza di politica estera e la poca chiarezza, visto che in sei mesi si è passati dal Trattato di amicizia al bombardamento”. “Avevamo già dedicato un Consiglio intero alla Libia, mi pareva sufficiente – ha concluso Lombardini – Credo che l’uso dell’articolo 16 su temi non strettamente attinenti alle competenze della Provincia debba essere riveduto”.

















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