La Provincia ed il consorzio fitosanitario hanno promosso lunedì pomeriggio un incontro tra le associazioni rappresentative delle imprese agricole ed i parlamentari reggiani allo scopo di chiedere una modifica al decreto 205/2010.
Il decreto ha infatti fortemente ridotto i risultati positivi ottenuti dalla Provincia, dalle imprese del settore agricolo e dai soggetti gestori del ciclo rifiuti (Iren e Sabar), imponendo vincoli di natura burocratica.
I costi aggiuntivi e le lungaggini burocratiche rischiano di vanificare questi sforzi. Peraltro la Provincia ed Iren hanno previsto, per il 2011, l’attivazione di un mezzo mobile per la raccolta di questi rifiuti, da far stazionare direttamente sul territorio. Inoltre, i soggetti gestori hanno attivato anche un servizio di raccolta a domicilio porta a porta rivolta alle imprese.
“Siamo dispiaciuti – dichiarano Mirko Tutino e Roberta Rivi – del fatto che a questo importante appuntamento di confronto tra le imprese agricole ed i parlamentari reggiani abbiano partecipato solamente Maino Marchi e Leana Pignedoli, parlamentari dell’opposizione, e che nessun parlamentare della maggioranza, a partire dal presidente della commissione ambiente della Camera Angelo Alessandri, abbia risposto al nostro appello. Reggio dal 1998 in avanti aveva attivato un sistema straordinario per gestire i rifiuti agricoli e crediamo che sia un dovere di chi rappresenta il nostro territorio a Roma sostenere le esperienze locali che funzionano. Reggio aveva ridotto la burocrazia ed abbattuto i costi per gli agricoltori. Il Governo ha messo a rischio i risultati ottenuti dal nostro territorio: chiediamo ai parlamentari di impegnarsi per risolvere questo problema”.
L’Assessore all’agricoltura Roberta Rivi ha aggiunto come il quadro delineato dall’accordo di programma reggiano per il corretto smaltimento dei rifiuti agricoli sia risultato complicato dall’adozione del Sistri, sistema di tracciabilità, che ha reso dubbia la validità di parti dell’accordo. Per questa ragione la Provincia ha deciso di coinvolgere l’Unione delle province su scala regionale ad affrontare questo problema, arrivando quindi a un documento dell’Upi che costituisce una base utile su cui costruire un percorso eventuale di cambiamento delle regole attuali.
I rappresentanti della associazioni agricole e il direttore del Consorzio Fitosanitario Anselmo Montermini hanno ricordato che l’accordo di programma sottoscritto a Reggio, migliorato nel tempo, rappresenta un esempio virtuoso e che come tale deve essere preso ad esempio e non ostacolato dalla legislazione nazionale che è stata definita e che potrebbe però subire ancora qualche ritocco prima dell’entrata in vigore.
L’accordo soddisfa infatti i requisiti richiesti dalla normativa europea, in quanto realizza la raccolta differenziata e la tracciabilità dei rifiuti agricoli.
Per questo, la richiesta della categoria è di adottare una legislazione particolare, che tengo conto della specificità del settore e consenta la piena operatività di accordi di programma come quello reggiano, senza obblighi individuali di iscrizione all’albo dei trasportatori di rifiuti ed al Sistri. Il percorso realizzato a Reggio – è stato ricordato – era insieme il più semplice e meno costoso esistente in Italia.
L’onorevole Maino Marchi ha ricordato come, trattandosi di una materia delegata, non ci sia grande spazio per l’azione parlamentare, dato che si procede per decreti legislativi. La senatrice Leana Pignedoli ha promesso un impegno per sensibilizzare sull’argomento il nuovo Ministro dell’Agricoltura, cercando con i colleghi della maggioranza parlamentare di sviluppare un’azione bipartisan, anche attraverso un’audizione in commissione agricoltura se potrà essere messa in calendario in tempi rapidi, altrimenti attraverso iniziative pubbliche.