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Fotovoltaico: Sindaci reggiani approvano statuto Agac Infrastrutture e si appellano al Governo

I sindaci dei 45 Comuni reggiani riuniti oggi nell’assemblea dei soci di Agac Infrastrutture hanno approvato in via definitiva il nuovo statuto della società a controllo totalmente pubblico: diventa così operativa la possibilità di attuare il Piano Fotovoltaico, per realizzare nuovi impianti per la produzione di energia pulita su fabbricati di proprietà comunale e per il trasferimento diretto ai Comuni stessi dell’energia prodotta. L’investimento complessivo è stimato in circa 16 milioni di euro, per circa 250 gli impianti.

Sulla base del nuovo decreto governativo sul fotovoltaico, che modifica il quadro precedente degli incentivi, si procederà a redigere un nuovo Piano di fattibilità, non appena saranno stabiliti e resi pubblici dal governo i nuovi incentivi e i dettagli del nuovo Conto Energia.

La stessa assemblea ha approvato inoltre un appello al governo sul tema. Ecco il testo:

“Il decreto legislativo sulle energie rinnovabili così come approvato dal Consiglio dei ministri, limitando l’applicazione del regime di incentivi agli impianti connessi entro fine maggio e prevedendo poi un cambio da giugno, rappresenta un durissimo colpo a tutto il comparto delle energie. Il provvedimento è ancora più grave se si tiene conto che il settore della green economy è in questo momento quello in assoluto più dinamico in termini economici e occupazionali. Perciò questo decreto colpisce negativamente e contemporaneamente ambiente, economia e occupazione.

Gli effetti nefasti a qualche giorno dall’approvazione del provvedimento si stanno già manifestando: richiesta di cassa integrazione per le aziende del settore, blocco dei finanziamenti da parte delle banche sia agli Enti pubblici che ai privati cittadini che intendevano installare i pannelli solari sulla propria abitazione.

Non si è tenuto conto delle esigenze di un settore, che già da mesi manifestava preoccupazioni e avanzava proposte, e nemmeno degli orientamenti espressi nelle Commissioni parlamentari.

Un settore come quello delle rinnovabili, che richiede di tenere insieme tecnologia, programmazione politica, finanza e soprattutto regole stabili nel tempo, viene infatti messo in croce soprattutto da questo ultimo aspetto, ovvero la mancanza della certezza del diritto.

Assosolare, associazione che rappresenta le aziende del settore, afferma che ‘tenere gli

incentivi del Conto Energia solo fino al 31 maggio senza un periodo-cuscinetto compromette da subito gli investimenti in corso, perché determina il congelamento immediato dei finanziamenti bancari, di fatto fermando i cantieri degli impianti in costruzione’.

Vista la mancata definizione nei dettaglio del nuovo Conto Energia e data la totale assenza di certezze sul relativo contenuto e sul fatto che sarà tempestivamente promulgato, aggiunge il comunicato, si crea inoltre un vuoto normativo che sta già portando ad una totale paralisi del settore, facendo peraltro perdere credibilità all’Italia nei confronti delle aziende che da tutto il mondo stavano investendo, e compromettendo decine di migliaia di posti di lavoro.

E’ anche in discussione la costituzionalità del decreto. Infatti le Aziende del settore stanno valutando le azioni più opportune nell’immediato, soprattutto con riguardo ai profili di eccesso di delega per violazione dei principi, criteri e termini dettati dalla Legge Delega.

Crediamo che la crescita delle rinnovabili debba continuare anche attraverso una ragionevole riduzione degli incentivi non cambiando però le regole in corso d’opera e dando le certezze necessarie a chi ha già pianificato.

Molti Comuni in Italia e nella nostra provincia hanno investito o stanno investendo nell’efficienza energetica e nelle energie rinnovabili, consapevoli che la sostenibilità ambientale e la garanzia di un futuro passano attraverso l’adozione di energie pulite. Diversi Comuni hanno già finanziato progetti e indetto e/o aggiudicato gare sulla base ovviamente delle normative previste dal Conto Energia in vigore. Nonostante uno stadio avanzato di progettazione, gare aggiudicate ed iter amministrativo iniziato (esempio: conferenza dei servizi, richieste all’Enel, etc.) questi Comuni non faranno in tempo a connettere l’impianto alla rete entro il 31 maggio 2011, come previsto dal Decreto del Consiglio dei ministri, vanificando tutto il lavoro fin qui fatto e le certezze sulle quali i progetti sono stati elaborati.

Chiediamo perciò che la data in oggetto sia posticipata almeno fino alla fine del 2011 e che, in ogni caso vengano salvaguardati quei comuni e quelle realtà in fase avanzata o conclusa dal punto di vista dei progetti (avendo già pagato i progetti stessi) e delle gare”.
















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