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Osservatorio Confesercenti Modena sui ricavi: ancora una lieve flessione nel 2010

Le piccole e medie imprese del commercio del turismo e dei servizi della provincia di Modena chiudono il 2010 registrando un decremento delle vendite, dato che inevitabilmente si ripercuote sull’andamento del fatturato.L’analisi dei ricavi delle circa 1.000 aziende monitorate dall’Osservatorio Economico Confesercenti evidenzia infatti una contrazione del -1,2%; un risultato decisamente meno severo se confrontato al -11,6% registrato nel 2009, che, comunque, ci consegna nuovamente uno scenario con consumi in calo anche dopo la grande frenata del 2008/2009.

Risulta importante evidenziare che: la flessione più contenuta registrata nel 2010 rispetto all’anno precedente, è determinata essenzialmente da una ripresa nell’ultimo trimestre dell’anno. Quando, diversi settori hanno manifestato percentuali di incremento dei ricavi, con una incidenza maggiore nel periodo pre–natalizio che si conferma sempre più determinante per le imprese del commercio al dettaglio.

La tendenza è stata rilevata da Confesercenti Modena in occasione dell’indagine trimestrale che analizza l’andamento dei ricavi di un significativo campione di imprese della nostra provincia, appartenenti ai settori del commercio al minuto alimentare ed extra alimentare, dell’ingrosso, dei pubblici esercizi, e dell’intermediazione.

In un contesto in cui si registra ancora un calo della domanda, appare particolarmente negativo l’andamento di alcuni settori. Tra questi spicca quello dei pubblici esercizi: il -4,1% si somma al già pesante -4,4% registrato nel 2009. In questo settore si protrae un trend negativo riconducibile ai due più importanti fattori: il taglio alle spese per pasti fuori casa a cui sono state costrette le famiglie ed il significativo aumento della concorrenza. Pesano infatti gli effetti della riforma relativa ai pubblici esercizi – ispirata a i criteri liberistici della normativa Bolkestein – che ha superato il criterio dei contingenti numerici, liberalizzando di fatto il rilascio di nuove licenze. Ciò ha determinato l’apertura di circa 70 nuove attività di somministrazione che si sono inserite in un mercato in cui l’offerta era già ampiamente ridondante.

Calano del 2,7% i ricavi del minuto alimentare confermando una tendenza che emerge anche dai dati nazionali forniti dall’ISTAT e che registra una contrazione delle vendite concentrata in modo particolare nelle piccole superfici.

Una lieve ripresa si riscontra invece nel commercio extra alimentare che si attesta su un +0,8% rispetto al 2009. Questo dato va comunque letto congiuntamente alla dinamica dei ricavi dell’anno precedente quando il settore che faceva registrare un calo pari al -10.5%.

Articolando l’analisi per merceologie, emerge come siano stati soprattutto gli acquisti di elettrodomestici e prodotti tecnologici ad avere un trend positivo, mentre il settore dell’abbigliamento continua a vivere una situazione di assoluta stagnazione della domanda.

In controtendenza rispetto agli anni precedenti risulta invece il commercio all’ingrosso che registra un +3,1% in netto miglioramento rispetto al -15,2% del 2009. L’interpretazione di questa forte inversione di tendenza va ricercata soprattutto nei dati delle imprese che operano nel campo delle forniture industriali e di prodotti per l’agricoltura, che denotano soprattutto nella seconda metà dell’anno una certa ripresa. Presentano invece ancora fatturati in calo le imprese all’ingrosso operanti nella fornitura di prodotti per il consumo al dettaglio, con un’ulteriore accentuazione negativa per il settore alimentare.

Resta infine sempre molto negativo il dato relativo alle imprese operanti nei servizi di intermediazione. Agenti di commercio, immobiliari, assicurativi e finanziari denunciano cali medi del -12%. Un segno evidente di un mercato pesantemente investito dalla crisi economica e con un volume di affari ridotto in modo significativo.
















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