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Ex zuccherificio Massa Finalese, informare e dialogare con i cittadini, Bassa Così: obiettivo raggiunto

Mercoledì 16 febbraio, l’associazione per la tutela del territorio Bassa Così, ha organizzato un’iniziativa dal titolo: “Riconversione dell’ex zuccherificio di Massa Finalese: studiosi e istituzioni a confronto”.

Una serata di tutto rispetto che ha visto presenti circa duecento persone: non solo finalesi e massesi, ma anche associazioni e comitati di tutta la Bassa Modenese, impegnati sul tema della salute dell’ambiente.

Per Bassa Così l’obiettivo principe era informare la cittadinanza sul progetto di Italia Zuccheri, offrendo a tutte le persone gli strumenti per comprenderne le sfumature.

“La decisione di far presenziare le principali Istituzioni che hanno avvallato il progetto, la proprietà ed alcuni tra i luminari della scienza italiana in ordine a rischi ambientali ed oncologici, è stata dettata da una precisa necessità. In questi primi mesi di vita dell’associazione le persone ci hanno interpellato per avere informazioni sull’impianto e sui rischi che esso porterà. Se da un lato ci rendiamo conto di non essere gli interlocutori più istituzionali per dare questo tipo di informazioni, dall’altro ci siamo accorti del forte desiderio di “sapere” della gente, purtroppo non soddisfatto dai canali competenti.” Dice il Presidente di Bassa Così Marco Sgarbi.

Un confronto, quello della serata del 16 febbraio in cui sono stati numerosi gli interventi dal pubblico con osservazioni piuttosto preoccupate sul futuro impianto.

“Mi è difficile comprendere le affermazioni del Vicesindaco Angelo D’Aiello, oggi comparse su Modena2000. Certo ci è stato detto che non sarà mai un inceneritore di rifiuti, ma di sicuro non abbiamo avuto rassicurazioni in merito ai problemi connessi alla combustione delle biomasse, all’emissioni di pericolosi inquinanti, al problema delle nano polveri, ecc. Il nostro discorso andava ben oltre i limiti di legge, più volte chiamati in causa dai tecnici Italia Zuccheri ed ARPA. Gli studiosi che abbiamo portato a Massa Finalse, hanno fatto emergere dati gravi e ci è parso significativo che questi elementi siano stati compresi dalla platea, ove sono spiccate considerazioni negative anche di chi ha una preparazione scientifica”.

L’associazione ha tra i propri capisaldi quello di creare un dialogo tra le Istituzioni e la cittadinanza ed in quest’ottica è stata intesa la petizione che dice no al termovalorizzatore a biomasse chiedendo lo studio di soluzioni alternative.

“Siamo stati accusati di essere faziosi, partitici e, dulcis in fundo, ci vien detto di non criticare, ma di portare idee nuove ed alternative al progetto. Noi siamo volontari che si occupano di ambiente e salute: il nostro ruolo è quello di evidenziare potenziali problemi. Saranno poi le Amministrazioni e i cittadini a decidere se tenerne conto. Con l’evento da noi organizzato abbiamo dato ampia prova di interessarci in maniera trasparente all’argomento: le persone l’hanno compreso, per noi l’obiettivo è stato raggiunto e proseguiremo su questa strada”.

















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