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Pavullo: “Calo delle vendite e incremento dei costi di consegna: a rischio la diffusione dei quotidiani”

E’ forte la preoccupazione tra gli edicolanti dei piccoli centri dell’Appennino modenese: molte attività di rivendita di giornali, rischiano di non avere futuro. “Da un lato – fa sapere Gabriele Soci, direttore di Confesercenti Pavullo che ha raccolto i timori degli operatori del settore – assistiamo ai proclami da parte degli editori in cui si denuncia il preoccupante fenomeno del calo delle vendite dei quotidiani di informazione e delle riviste in genere. Dall’altro si lascia il mercato in mano a distributori locali – i grossisti del settore – che, cercano di recuperare risorse economiche, imponendo ai rivenditori di pagare illegittimi costi aggiuntivi per la consegna giornaliera delle pubblicazioni e che di fatto azzerano del tutto il già risicato margine riconosciuto all’edicolante”.

Poco rosee dunque le prospettive per molti punti vendita, esclusivi e non, che effettuano la rivendita dei quotidiani nelle frazioni e nei piccoli centri montani della nostra provincia. L’attività a parere degli edicolanti, è di fatto divenuta antieconomica e non più sostenibile. “Il perdurare di questa situazione – continua Soci – avrà come effetto immediato che molte rivendite chiuderanno. Lasciando ampie parti di territorio montano, già per altro colpito specie nei piccoli paesi e nelle frazioni da un depauperamento dell’offerta commerciale, privi di un altro servizio essenziale, e cioè quello della diffusione della carta stampata, che dovrebbe essere garantito a beneficio di tutte le comunità locali”.

“Così – conclude il rappresentante dell’Associazione imprenditoriale – mentre i distributori locali e nazionali si pongono in difesa delle loro aziende, scaricando i costi della crisi sugli edicolanti, la situazione si aggrava e le rivendite rischiano la chiusura in quanto impossibilitate a sostenerne i costi. Il tutto nel silenzio delle Amministrazioni locali, poco sensibili, verrebbe da pensare, di fronte alle sorti di un servizio, quello della diffusione degli organi di informazione, che a nostro parere andrebbe salvaguardato”.
















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