“Altro che troppo difficile. Al massimo il test di italiano per stranieri residenti da lungo tempo è fin troppo facile. Se una persona che è in Italia da ben 5 anni e che vuole rimanerci stabilmente non sa rispondere ad una semplice domanda del tipo ‘come ti chiami’ oppure non sa acquistare un chilo di pane, allora è giusto e ragionevole che se ne torni nel suo Paese.Questo il commento del Consigliere regionale del Popolo della Libertà, Andrea Leoni in merito al test di italiano per stranieri residenti da almeno cinque per avere il permesso di soggiorno permanente.
“La conoscenza elementare della lingua italiana è un elemento irrinunciabile che sta alla base dell’integrazione. E’ curioso e preoccupante che un mediatore culturale, pagato per aiutare gli stranieri ad integrarsi nel territorio, non sia d’accordo su questo punto e legittimi chi, dopo cinque anni, non è nemmeno in grado di distinguere l’acquisto di un chilo di pane da un aspirina parlando in Italiano.
Udite le reazioni di diversi esponenti di sinistra sui test di Italiano, appare chiaro che se fosse per loro gli immigrati non solo non dovrebbero neanche conoscere la nostra lingua ma magari dovrebbero ricevere in regalo la cittadinanza in 5 anni senza nemmeno averla imparata.
Questo è l’esatto contrario dell’integrazione. Fortunatamente però c’è il Governo Berlusconi che invece pretende giustamente che coloro che vivono nel nostro Paese sappiano la nostra lingua. L’introduzione del test di Italiano è una cosa molto positiva che va nella giusta direzione. La conoscenza della lingue italiana per chi vuole vivere nel nostro Paese è e rimarrà un pilastro della politica del Governo di centrodestra”.
