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Card.Caffarra, “2010 anno non facile per Bologna”

Il 2010 ”non e’ stato certo un anno facile” per Bologna: ”C’e’ stata una grave crisi istituzionale. Le conseguenze del persistere delle difficolta’ economiche non hanno cessato di colpire i piu’ poveri e i piu’ deboli, che sono in crescita continua, al punto che la nostra Chiesa, attraverso la sua Caritas, ha avuto difficolta’ a farvi fronte. Sono grato a chi ha voluto sopperire ancora una volta a questa situazione, consentendoci di continuare a rispondere ai poveri”.

Lo ha rilevato l’arcivescovo di Bologna, card.Carlo Caffarra, nel Te deum di fine anno celebrato nella basilica di San Petronio. ”Ma il dato piu’ preoccupante – ha sottolineato – ”e’ che il numero complessivo dei disoccupati iscritti alle liste del Centro per l’impiego e’ aumentato. L’incremento ha colpito soprattutto i giovani”.

”L’allarme che al riguardo avevo lanciato nell’omelia di S.Petronio – ha proseguito Caffarra – spero sia finalmente accolto in termini di investimenti educativi e formativi legati al tema del lavoro. Ma sono sicuro che tutti noi questa sera vogliamo guardare con speranza all’anno nuovo. Lo stesso pero’ abbiamo fatto lo scorso fine anno per l’anno che si chiude questa sera, e cosi’ all’indietro ogni fine anno e Capodanno. Ma allora il bisogno di sperare particolarmente forte questa sera, ed il bisogno di manifestarlo agli amici, e’ una necessaria illusione per evadere qualche ora dalle brutte faccende feriali? Potrebbe anche essere. Ma la Chiesa, la Chiesa di Dio che e’ in Bologna, celebrando oggi la divina maternita’ di Maria semina ancora una volta nella coscienza di questa citta’ e di ciascuno dei suoi abitanti, le ragioni piu’ consistenti della speranza”.

”Ogni bolognese questa sera deve chiedersi seriamente – ha proseguito l’arcivescovo – se questa citta’ potrebbe custodire il diritto di sperare qualora si sradicasse da quell’evento che lungo i secoli ha formato l’ossatura della sua storia: l’evento cristiano. Ogni bolognese questa sera deve chiedersi se durante l’anno trascorso abbia custodito intatte le vere radici della nostra speranza, della nostra forza morale e spirituale, necessaria perche’ la nostra citta’ non sia dominata dall’ interesse privato piu’ che dal bene comune, dal calcolo del potere piu’ che dal servizio all’uomo. Lo scorrere del tempo nella nostra citta’, cioe’ la sua storia, e’ stato marcato dalla presenza dell’evento cristiano. Se vogliamo continuare a sperare, se vogliamo che l’augurio che ci scambieremo non sia un’usanza insignificante, partiamo da questa celebrazione con l’impegno di vigilare perche’ questa grande eredita’ non sia dilapidata, perche’ nessuno si permetta di disperderla”.

















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