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Lesioni traumatiche cutanee a livello della mano: convegno a Modena

“Lesioni traumatiche cutanee a livello della mano”. Questo è il titolo del IV Convegno Regionale di Aggiornamento organizzato oggi e domani il 3 e 4 dicembre dalla Struttura Complessa di Chirurgia della Mano dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena, diretta dal dottor Antonio Landi, e del Master II Livello di Chirurgia della Mano Università di Modena e Reggio Emilia. Scopo dell’iniziativa è fare il punto sulle patologie frequenti che interessano la perdita della cute e sulle nuove strategie di cura. Queste lesioni spesso interessano i piani profondi del derma, i muscoli, i tendini e perfino l’osso. Il Corso è organizzato i tre sessioni. La prima si occuperà delle lesioni acute, la seconda delle ustioni e la terza delle medicazioni. Appuntamento nell’aula T02 del Centro Didattico Interdipartimentale della Facoltà di Medicina e Chirurgia (Policlinico, via del pozzo), a partire dalle ore 13,00 di venerdì 3 dicembre.

“Le cause di queste lesioni – ha spiegato il dottor Augusto Marcuzzi, chirurgo della mano del Policlinico e Presidente del corso – possono essere dovute a prodotti chimici, a bruciature o a traumi, come il morso di un animale. Tutte, però, sono accomunate dal fatto che permettono la perdita di integrità di superficie favorendo in tal modo l’esposizione all’ambiente circostante di strutture nobili come tendini, nervi e ossa. L’evoluzione di conseguenza può essere quella di necrosi cutanea o muscolare, infezioni, degenerazioni dei tessuti molli”.

Fino a 10 anni fa le lesioni di continuità cutanee venivano gestite solo con interventi di copertura con lembi cutanei, muscolari, compositi, a distanza, ad isola. Tali interventi otre a garantire la copertura estetica della ferita, favorivano, con la notevole perfusione ematica in tali zone, la bonifica dei tessuti mortificati riducendo il rischio di infezioni e miravano ad ottenere anche un miglioramento della sensibilità tattile e protettiva alla zona interessata. Ma ciò comportava nella zona di prelievo, che poteva essere il braccio o la coscia, un danno estetico notevole. “La ricerca – ha precisato il dottor Antonio Landi, Presidente onorario del corso – rendono oggi possibile la produzione di medicazioni cosidette <avanzate> e sostanze in grado di sostituire le perdite cutanee e del derma. Le prime hanno sostituito la garza di cotone con medicazioni che hanno capacità di interagire con la ferita e garantire la guarigione in tempi rapidi e con effetti meno traumatici per i tessuti lesi. Le seconde invece nascono dall’ingegneria dei tessuti con la creazione di tessuti in vitro come l’epidermide o sostituti dermici. Dal 2005 abbiamo trattato circa 90 casi”.

Un capitolo importante di queste lesioni è quello legato ai morsi, umani o animali, che, oltre a danneggiare esteticamente la cute sono un veicolo pericolosissimo di infezioni, potenzialmente mortali e che vengono trattate in collaborazione con le Strutture Complesse di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva, di Malattie Infettive e con la Struttura Semplice di Terapia Intensiva Post-Operatoria. Le linee guida per quanto riguarda i morsi di animali e umani rappresentano dei percorsi clinico -terapeutici che evitano la comparsa di malattie gravi sistemiche come ad es. la malattia di Lyme e le osteomieliti che possono comportare la perdita di funzionalità delle dita della mano. “Il morso umano – ha concluso Marcuzzi – veicola molti batteri (qualche dato) e occorre quindi impostare terapie antibiotiche mirate che, accoppiate a Terapia Iperbarica e la Terapia a Pressione Negativa possono favorire l’attecchimento dei tessuti impiantati e favorire la guarigione delle ferite”.

















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