Ha viaggiato in camion, a cavallo e a dorso di yak per scoprire l’Afghanistan senza essere embedded. Nei suoi scatti ritrae l’islam moderato dei sufisti, le donne afghane schiacciate dalle tradizioni tribali, i cieli sconfinati, le terre coltivate a oppio.
La fotografa e documentarista Monika Bulaj proietterà le immagini del suo viaggio nell'”Altro Afghanistan” martedì 23 novembre alle 21 nella sala conferenze della biblioteca Delfini. L’incontro, con ingresso gratuito, fa parte del ciclo “Come un sacco di grano” e sarà condotto da Giulia Bondi.
Monika Bulaj, fotografa, reporter e documentarista, vanta numerose mostre personali e collaborazioni con testate nazionali e internazionali, da La repubblica e Internazionale al National geographic. Ha ottenuto, tra gli altri, il premio Chatwin 2009 ‘Occhio assoluto’ e The Aftermath Project Grant 2010. Ha pubblicato con Mondadori, Alinari, Frassinelli, Skira. Nel 2008 è uscito “Gente di Dio. Viaggio nell’altra Europa”, con la prefazione di Moni Ovadia (Frassinelli). Il suo tema di ricerca prediletto è il confine, inteso sia come zona al limite della fede, sia come indagine su vite non convenzionali, dai popoli nomadi agli intoccabili ai diseredati.
Nella prefazione al suo libro “Libya Felix” /Bruno Mondadori 2008) Paolo Rumiz scrive di lei: “Viaggia leggera, veloce come un’oca selvatica. Dorme sotto le stelle, mangia quando capita, ha la resistenza di un guerrigliero afgano. Cerca in Iran e sul Baltico, traversa Caucaso e Carpazi lungo piste da bracconieri. Riempie taccuini di una scrittura minuta, fotografa con gli occhi prima che con la macchina. Un lampo blu che cattura, addomestica, trova l’anima delle cose”.
Il titolo della serie di incontri viene dalla parola araba walîha, che significa “sacco di grano”, dalla quale è derivato il termine italiano valigia. Per informazioni: 059 2032940.
