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Fusione Comuni: intervento del presidente dell’Unione Comuni Modenesi Area Nord, Carlo Marchini

Il presidente dell’Unione Area Nord, Carlo Marchini, rilancia sulla possibile fusione tra i comuni di Cavezzo, Medolla e San Prospero: un modo per ridurre la spesa pubblica, per gestire al meglio le future opportunità, ma soprattutto una soluzione che non sfalderà l’Ucman che passerà a 7 ‘soci’.

“Sono molto stupito e sorpreso della presa di posizione del consigliere Paioli circa la proposta avanzata dal Partito Democratico di avviare un percorso che possa portare alla fusione di tre comuni, Cavezzo, Medolla e San Prospero, che fanno parte dell’Unione Area Nord. Spero che le affermazioni del consigliere Paioli siano dovute a disinformazione, altrimenti con comprenderei proprio la ragione di tanta preoccupazione circa il futuro dell’Unione dei nostri nove comuni. La proposta di fusione dei tre comuni infatti si inserisce nella logica e nella volontà di aggregazione che costituisce lo spirito politico dell’Unione stessa. Se il processo di fusione, come io auspico, troverà un esito positivo, il nuovo comune che nascerà continuerà ovviamente a far parte integrante dell’Unione che non sarà più un Unione a nove comuni, ma bensì a sette.

Forse Paioli non ha compreso la portata e l’importanza di questa proposta: il processo di fusione tra tre comuni è una novità assoluta nel panorama nazionale, ed è una risposta non solo originale (anche se prevista da anni dal nostro ordinamento) ma anche coraggiosa e innovativa, che supera gli schemi tradizionali fino ad oggi individuati ed applicati.

D’altronde il Pd è una forza riformista e come tale ha l’obbligo di sperimentare soluzioni nuove nell’intento di continuare a dare risposte concrete ed efficaci ai bisogni dei cittadini.

Nulla sarà più come prima, e per governare il cambiamento e continuare ad assicurare al nostro territorio il benessere di cui fino ad oggi ha beneficiato bisogna avere il coraggio di guardare avanti e di offrire nuove speranze alla nostra gente.

La fusione di comuni porterà a ridurre i costi (un solo sindaco, una sola Giunta e un unico Consiglio anziché tre, un solo Segretario comunale, un solo ragioniere, un solo Ufficio tecnico ma ben strutturato), semplificherà la vita dei cittadini (medesimi regolamenti, uguali adempimenti, stesse opportunità) consentirà di programmare e dirigere una crescita equilibrata su un’area vasta sfruttando meglio le opportunità che si presenteranno, come ad esempio la Cispadana. La fusione dei comuni è dunque la panacea per tutti i mali del Paese? Il modello può essere esteso acriticamente all’infinito? Nulla di tutto questo. Certo che la notizia che tre comuni si dichiarino pronti ad intraprendere un percorso che, se portato a termine, può portare innumerevoli vantaggi ai cittadini, va salutato con tutto l’interesse e l’attenzione che merita”.
















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