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Biomedicale: lunedì e martedì conferenza nazionale a Modena

“Innovazione e ricerca per nuovi prodotti e servizi nel settore biomedicale”. E’ il tema della conferenza nazionale in programma a Modena lunedì 4 e martedì 5 ottobre con la partecipazione dei maggiori esperti sia dell’ambito sanitario che di quello imprenditoriale. Obiettivo: analizzare le prospettive di un settore tra i più innovativi e nel quale il territorio modenese vanta un primato indiscusso, un vero e proprio laboratorio di sperimentazione di nuovi prodotti e nuove frontiere tecnologiche con oltre 130 imprese e 4.500 addetti per un fatturato complessivo, nel 2009, di circa 950 milioni di euro, quasi il 40 per cento dovuto all’export.

La conferenza è organizzata al Centro servizi del Policlinico dal Quality Center Network, di cui fanno parte Assobiomedica, Consobiomed, Confindustria Modena, Confapi Pmi Modena, Cna, Lapam-Confartigianato, Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico e Azienda Usl, Università di Modena e Reggio Emilia, Provincia, Unione dei Comuni dell’Area Nord e Democenter-Sipe, il Centro per l’innovazione e il trasferimento tecnologico del territorio.

«Modena è il terzo comparto al mondo nel settore del biomedicale – sottolinea il presidente della Provincia Emilio Sabattini – e anche nel 2009, in piena crisi, abbiamo registrato un segno più per produzione e fatturato, ma oggi nemmeno in questo settore mancano segnali di preoccupazione. Anche per questo motivo bisogna rafforzare la collaborazione tra le imprese, il mondo della ricerca e il sistema sanitario». Proprio il tema della conferenza, come ricorda l’assessore provinciale alle Politiche per l’economia locale Daniela Sirotti Mattioli, che è articolata su tre sessioni dedicate agli scenari della sanità e delle tecnologie, ai risultati della ricerca e dell’innovazione, agli strumenti a disposizione delle imprese per tradurre tutto ciò in nuovi dispositivi medici, in grado di rafforzarne competitività e prospettive.

Con l’attenzione rivolta alla necessità «di garantire ai pazienti le migliori tecnologie per sicurezza ed efficacia» afferma il direttore generale dell’Azienda Usl di Modena Giuseppe Caroli, mentre Stefano Cencetti, direttore generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico di Modena e presidente del Comitato tecnico scientifico della conferenza, sottolinea in particolare l’esigenza di assicurare «strumenti e risorse per sviluppare ricerca e innovazione»

OLTRE 130 IMPRESE, NEL 2009 FATTURATO A 950 MILIONI

Modena ospita il terzo comparto al mondo del biomedicale e rappresenta la prima provincia italiana nel settore, seguita da Milano e Bologna, con oltre 130 imprese e 4.500 addetti per un fatturato complessivo, nel 2009, di circa 950 milioni di euro, quasi il 40 per cento dovuto all’export. La produzione si articola su 200 unità locali, di cui oltre il 60 per cento presenti nell’Unione Comuni modenesi Area Nord, nota tradizionalmente come il distretto biomedicale di Mirandola, ma presenti anche sul resto del territorio provinciale, in particolare a Modena, nelle aree di Carpi, Sassuolo e Vignola.

La specializzazione più importante rimane quella dei “disposable” e delle apparecchiature per emodialisi, per la quale il distretto riveste una posizione di leadership a livello internazionale. Oltre alla dialisi, si confermano settori importanti la cardiochirurgia, la trasfusione/autotrasfusione e l’anestesia/rianimazione.

L’articolazione per tipologia di prodotto vede un 38 per cento di imprese specializzate in apparecchi medicali per diagnosi e terapia, un 52 per cento di imprese che fa apparecchi elettromedicali e un 10 per cento che produce protesi ortopediche.

Grazie alla spinta esercitata da grandi gruppi multinazionali presenti sul territorio, alle specificità di mercato, all’elevato contenuto tecnologico, il biomedicale ha continuato a evidenziare una moderata crescita anche nel corso del 2009, anno orribile per tutte le specializzazioni produttive del manifatturiero, registrando in provincia di Modena una variazione tendenziale annuale del più 6,6 per cento nella produzione (a fronte di un meno 21,3 per cento della produzione industriale della provincia) e un più 4,5 per cento nel fatturato (il totale provinciale ha registrato un meno 19,5 per cento). Anche gli ultimi dati di tendenza mostrano una crescita di produzione e fatturato, grazie anche alla svalutazione dell’euro su dollaro e yen giapponese, mercati importanti per l’export.

L’importanza strategica del distretto non sta però solo nei numeri riferiti alla produzione biomedicale, in quanto a essa si affiancano una decina di imprese della farmaceutica e altrettante nelle biotecnologie, Infine vi è un consistente comparto che produce macchinari e attrezzature per il biomedicale, nonché imprese Ict specializzate nel settore. Si tratta di un sistema complesso di imprese afferenti alla scienza della vita e della salute che una indagine in corso, promossa dal Quality Center Network, sta indagando per verificarne la portata e le dinamiche di sviluppo tecnologico.

CONFERENZA IN TRE SESSIONI, OLTRE 30 RELATORI

Si apre lunedì 4 ottobre, alle 9,30, al centro servizi dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia al Policlinico (largo del Pozzo 71 a Modena) la conferenza nazionale su “Innovazione e ricerca per nuovi prodotti e servizi nel settore biomedicale” alla quale intervengono oltre trenta esperti dell’ambito sanitario e della ricerca e rappresentanti del sistema imprenditoriale.

La conferenza è articolata su due giorni di lavoro e su tre sessioni. La prima sessione è dedicata agli scenari della sanità e delle tecnologie (“Il futuro della medicina e della sanità”) con gli interventi, tra gli altri, di Maurizio Mauri (Cerba, Città della scienza), Gianluigi Melotti (Società italiana di chirurgia) e Francesco Longo (Università commerciale Bocconi di Milano). La seconda sessione, sempre lunedì 4 ottobre, dalle ore 14,30, è quella sui risultati della ricerca (“Innovazione e trasferibilità”) che si conclude con una lettura magistrale di Americo Cicchetti, docente della facoltà di Economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma.

Martedì 5 ottobre, dalle 9, si svolge la sessione dedicata agli strumenti a disposizione delle imprese per tradurre tutto ciò in nuovi dispositivi medici, in grado di rafforzarne competitività e prospettive: “Il governo dell’innovazione tecnologica e le fonti di finanziamento”. Le conclusioni, in programma per le 13, sono affidate a Gian Carlo Muzzarelli, assessore alle Attività produttive della Regione Emilia Romagna.

Nell’area della conferenza è prevista anche l’esposizione di poster e comunicazioni di esperienze imprenditoriali e di ricerca, spin off e start up per l’innovazione di prodotti e servizi nel settore biomedicale.

Sempre martedì 5, alle 17, alla sala Granda del municipio di Mirandola, è in programma un evento satellite della conferenza dedicato a “Nuove disposizioni e risposte alle esigenze normative del settore biomedicale” con l’intervento di Luciana Gramiccioni, responsabile della sezione di certificazione presso il Dipartimento Ambiente e connessa prevenzione primaria dell’Istituto superiore di sanità.

La conferenza nazionale è organizzata con il contributo delle tre Fondazioni delle Casse di Risparmio di Modena, Mirandola e Carpi e delle sezioni modenesi di Confindustria, Cna, Lapam Confartigianato, Confapi Pmi. Per informazioni e iscrizioni: www.qualitycenternetwork.it.

UN PONTE TRA IMPRESE, UNIVERSITÀ E SANITÀ

Una rete tra università, sanità e imprese per lo sviluppo, la sperimentazione clinica e preclinica e la validazione di nuovi prodotti e tecnologie biomedicali e la valorizzazione della ricerca. Questo vuol essere il Quality Center Network, che riunisce le associazioni imprenditoriali del distretto biomedicale di Mirandola (Assobiomedica; Cna Modena; Confapi pmi Modena; Confindustria Modena; Consobiomed; Lapam Federimpresa Modena), le due Aziende sanitarie di Modena, l’Università di Modena e Reggio Emilia, la Provincia, l’Unione dei Comuni Modenesi Area Nord e Democenter-Sipe, grazie a un accordo di collaborazione continuativa sottoscritto nel 2005 e rinnovato nel 2007.

Uno strumento utile per mettere a frutto potenzialità indiscutibili: il distretto Biomedicale di Mirandola è considerato, infatti, il terzo comparto al mondo in questo settore. «La produzione biomedicale – spiega il direttore di Democenter Enzo Madrigali – si caratterizza per un elevato contenuto di ricerca e innovazione dei prodotti e dei servizi e per le elevate potenzialità di sviluppo tecnologico del settore che, grazie alle numerose applicazioni trasversali in campo industriale, è in grado di generare opportunità anche per altre specializzazioni produttive a livello regionale e nazionale. Inoltre, una parte del distretto sta intraprendendo nuove traiettorie di sviluppo tecnologico, tra cui la medicina rigenerativa, con potenzialità rilevanti dal punto di vista della ricerca industriale e della produzione. La vitalità del settore è testimoniata alla recente nascita di cinque spin off dedicati ad attività di ricerca e sviluppo in campo biomedicale e delle biotecnologie dell’Università di Modena e Reggio Emilia».

Le performance future del distretto derivano anche dalla capacità delle imprese di sviluppare raccordi stretti con i centri e laboratori di ricerca accademici e sanitari, presenti a Modena con importanti realtà quale il Centro di medicina rigenerativa “Stefano Ferrari”, la facoltà di Bioscienze e Biotecnologie, l’Azienda sanitaria locale e l’Azienda Universitario-Ospedaliera Policlinico. Grazie a questi raccordi – garantiti dal Quality Center Network – le imprese possono sfruttare i risultati della ricerca scientifica e posizionarsi su nuove tecnologie della salute e su nuove frontiere della farmaceutica (tra cui la medicina rigenerativa) e trovare nel sistema sanitario un interlocutore strategico per la sperimentazione clinica e preclinica e la validazione di nuovi prodotti e tecnologie.

Questa collaborazione mette a frutto altri due punti di forza del nostro sistema territoriale. In primo luogo, infatti, l’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena Policlinico e l’Azienda Unità Sanitaria Locale di Modena sono in posizione di avanguardia per qualità e molteplicità della propria dotazione tecnologica e posseggono le competenze più idonee a realizzare concretamente la valutazione delle tecnologie, la gestione della sicurezza e del rischio clinico, la verifica di efficacia, lo studio dei rapporti costo-efficacia delle prestazioni sanitarie.

L’Università di Modena e Reggio Emilia, con le Facoltà di Medicina e chirurgia e di Bioscienze e biotecnologie, intende poi allargare e approfondire le conoscenze relative alle tecnologie biomedicali e alle possibilità del loro utilizzo nella pratica clinica. È in condizioni ottimali per farlo grazie ai risultati di ricerca estremamente avanzati a livello internazionale conseguiti nel settore delle terapie genetiche con cellule staminali adulte, avendo sviluppato e potendo mettere a disposizione tecnologie di ricerca sofisticate per lo studio delle interazioni tra sistemi biologici e materiali usati per devices biomedicali e detenendo una significativa esperienza nel disegno e realizzazione di trials clinici controllati.

Operativamente il Quality Center Network vuole fornire alle imprese modenesi del settore biomedicale un riferimento per:

– effettuare la valutazione preclinica e clinica dei Dispositivi medici;

– valutare le ricadute e le conseguenze cliniche, organizzative, economiche, sociali ed etiche delle tecnologie sanitarie;

– concorrere nelle Aziende sanitarie allo sviluppo di strategie per il trasferimento nella pratica clinica delle conoscenze derivanti dal settore industriale;

– contribuire nell’Università al miglioramento degli aspetti formativi.

GIUSEPPE CAROLI (AZIENDA USL) “GARANTIRE AI PAZIENTI LE MIGLIORI TECNOLOGIE”

«Innovazione e ricerca devono necessariamente coesistere e sono un ambito sul quale investire per offrire ai pazienti le migliori tecnologie garantendo sicurezza ed efficacia» afferma il direttore generale dell’Azienda Usl di Modena Giuseppe Caroli. «Proprio per questo l’Azienda Usl, anche grazie alla collaborazione con il Distretto biomedicale, realtà molto importante per la nostra provincia, ha attivato al proprio interno una funzione dedicata alla promozione di progetti di ricerca clinica, organizzativa e gestionale e sostiene il Quality Center Network. Inoltre, l’Azienda è in posizione di avanguardia per qualità e molteplicità della propria dotazione tecnologica all’interno delle proprie strutture ospedaliere e territoriali e possiede le competenze più idonee per fornire alle imprese del settore biomedicale un riferimento per la valutazione preclinica e clinica dei dispositivi medici».

Secondo Caroli «il Quality Center Network riveste un’importanza strategica perché è uno strumento per approfondire le tematiche connesse alle politiche pubbliche di acquisto dei prodotti del settore biomedicale, attivando una proficua collaborazione con l’Osservatorio per l’Innovazione dell’Agenzia sanitaria e sociale regionale della Regione Emilia Romagna. I questo modo le tecnologie innovative sviluppate dalle imprese del territorio modenese vengano valutate sotto il profilo della loro effettiva rilevanza e del loro impatto clinico, organizzativo ed economico».

STEFANO CENCETTI (POLICLINICO) “INNOVAZIONE E RICERCA PER IL FUTURO DEL PAESE”

«Le attese su questo appuntamento, destinato speriamo ad ampliare una proficua stagione di collaborazioni e nuove iniziative imprenditoriali sono oltremodo giustificate dal ricco programma dei lavori». Lo afferma Stefano Cencetti, direttore generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico di Modena e presidente del Comitato tecnico scientifico della conferenza, il quale sottolinea che «la prima giornata è chiamata a chiarire come ricerca e sviluppo industriale possono contribuire ed essere aiutati dai mutamenti in atto della medicina e dei sistemi assistenziali. Un solo dato al riguardo, ma oltremodo significativo: si calcola che nei prossimi dieci anni cambierà più dell’80 per cento delle nostre conoscenze e dei modi di fare diagnosi e cura; si dovranno utilizzare nella pratica clinica le nuove conoscenze della ricerca genetica, della medicina dei sistemi e della medicina molecolare, applicate al singolo paziente, secondo le sue specifiche e uniche esigenze di cura; sono quindi indispensabili nuove risposte ad una realtà in rapida espansione, che dovrà vedere protagonisti non solo i servizi sanitari ma anche gli imprenditori del settore, che avranno concrete possibilità di sviluppare nuovi prodotti».

«Per questo – aggiunge Cencetti – la seconda sessione dei lavori della conferenza si sofferma sul racconto di numerose “case histories” sulla genesi, sulla natura, sulla “scintilla”, che ha fatto prima intravedere la possibilità di innovazione e che ha poi avviato o realizzato una storia di successo, per essere pronti e preparati a repliche di fronte ai mutamenti prima delineati. In particolare si tratta di delineare bene le origini della innovazione per favorire nuove genesi, nuove “scintille”: origini solo interne all’impresa da parte di un qualificato/originale settore ricerca e sviluppo, che rappresenta una scelta imprenditoriale prioritaria e significativa con un investimento finanziario importante; incontro e coagulo di interessi fra impresa/università e/o servizi sanitari; trasferimento all’impresa di idee, di sperimentazioni cliniche già realizzate in università e/o servizi sanitari; e possibilmente nel caso di rapporti con università e/o servizi sanitari, di incentivare i rapporti con le realtà come il Quality Center Network della provincia di Modena e la rete di alta tecnologia sviluppata in questi ultimi anni dalla regione Emilia Romagna».

«Ma per fare tutto ciò è necessario avere risorse finanziarie a disposizione» ricorda Cencetti facendo riferimento alla tavola rotonda finale incentrata sulle fonti di finanziamento per innovazione, ricerca e sviluppo industriale tentando di rispondere al quesito: «In un periodo se non di crisi, almeno di evidenti difficoltà economiche è possibile ancora parlare e “trovare” risorse per investire sul futuro del Paese?».
















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